Corrispondenza
Giuseppe Verdi a Temistocle Solera, 25/12/1845
Data
- Data
- Venezia, 25 dicembre 1845
Luogo di destinazione
- Luogo di destinazione
- Barcellona
Tipologia
- Lettera
Descrizione fisica
- Una facciata e otto righe scritte. Le ultime quattro righe del testo sono ricavate nella parta superiore del verso, il post scriptum in quella inferiore.
Indirizzo sul verso. Lacerti di sigilli a impressione in ceralacca.
Ubicazione presso il soggetto conservatore
- Ubicazione
- I-PAas
Indirizzo (busta)
- Chiariso Sigr / Temistocle Solera / Figs 4 lir / Spagna
Timbri postali
- [...] / 27 DEC
SARDAIGNE / 1 / JANV / 46
[...] (78) / 1 / JANV / 46
FERVI[...] (85) / 4 / JANV / 46
CHARGE P.S.I.
Trascrizione
-
Venezia 25 Dicem 1845
Caro Solera,
Non so se altra volta t'abbia scritto che prima di partire da Milano pagai al Sigr Veratti quella tua cambiale di 200 e 28 svaziche et...................
Ho aspettato fino verso la metà del corrente se ricevevo da te i cambiamenti del 4.° atto com'io ti pregavo nell'ultima mia da Milano. Vedendo che tu non me li mandavi l'ho fatto accomodare da Piave come tu m'autorizzavi nell'ultima tua lettera. Te lo trascrivo perché tu faccia quelle osservazioni che credi e me le spedisca subito subito perché si deve andar in scena verso il 20 di Gennajo – Regola intanto dell'ultimo atto tutta la scena 1a e parte della seconda fino dopo la Romanza di Foresto.: (La scena
che divide il campo d'Attila da quello d'Ezio)
Che non avrebbe il misero
Per Odabella oafferto
Fino del Cielo perdonami
Fin l'immortal tuo serto
Perché sul viso ai perfidi
diffondis'imprima+ il tuo seren?... + cambiamo la parola imprime
Perché fui pari agli angeli
Chi si malvagio ha il sen?...
Scena III
Detto ed Ezio che viene frettoloso dalla parte del campo Romano
Ezio: Che più s'indugia?... attendono
I miei guerrieri il segno...
Prompevano qual folgorecome abbagliante folgore [...]
Tutti sul nostro indegno cadranno sull'indegno
a detta [...]
For: Non un, non un dei barbari
Ai lari tornerà.
Coro interno: Entra fra i plausi o vergine
Schiusa è la tenda a te;
Entra ed il raggio avvolgati
Dell'esultante re –
Bello è il tuo volto candido
qual mattutini albor;
spirto è simile Al dolce
Ora di sol che muor.
For:Ascolta!... è il canto pronubo!
Ezio: Funereo diverrà!
For: Che scellerata!!...
For: Frenati
Lo esige l’alta impresa
For: Sposa è Odabella al barbaro!...
A suoi voler s’è resa!!
Ezio: La tua gelosa smania
Frena per poco ancor
For: Tutti d’Averno i demoni
M’agitan mente e cor.
Scena IV.
Detto, ed Odabella che viene spaventata dalla parte del campo d’Attila.
Oda: Cessa... deh cessa... lasciami
Ombra del padre irata...
Lo vedi?... io fuggo il talamo...
Sarai... sì... vendicata...
For: Non può la sposa d’Attila È tardo, o sposa d’Attila
Al disonor fuggir È tardo il tuo pentir.
Ezio:Su chi il salvava or gravansiEzio: Il segno, il segno,
affrettati
Degli Itali il sospirO ci farem scoprir.
Oda:Foresto mio, deh ascoltami... Tu?... Qui Foresto... Ascoltami!...
Pietà di miei martir! Pietà del mio martir!
a treEppur te sol quest’animaTe sol, te sol quest’anima
Ama d’immenso amoreAma d’immenso amore!..
T’adora questo coreCredimi, è puro il core,
Come s’adora in ciel. Sempre ti fui fedel.
For: Ah troppe volte illudere Troppo mi seppe illudere
mi seppe un guardo, un detto; Il tuo mendace detto;
puro sol fù l’affetto Edancorosi ancor d’affetto
Di questo cor fedel.Osi parlar, crudel!.
Parlare a me, crudel?
Ezio: Tempo non è di lagrime
Non di geloso accento....
S’affretti l’alto evento
Finché ne arride il ciel!
Scena V.
Detti, ed Attila che insegue Odabella
Attila Non involarti... seguimi...
Perché fuggir chi t’ama?...
(accorgendosi
d’Ezio e For.)Ma qui che veggo?... PerfidiChe mai vegg’io?... qui, perfidi
Qui state a nuova trama?...Veniste a nuova trama?...
Tu rea donna, già schiava, or mia sposa;
Tu fellon cui la vita ho donata;
Tu, romano, per Roma salvata
Congiurate tuttor contro me?...
Traditori!..Scellerati!... su voi sanguinosa
Piomberà la vendetta del rè.
Odab: Nella tenda, al tuo letto dappresso,
Minacciosa ed ancor sanguinante
Di mio padre stà l’ombra gigante...
Trucidato ei cadeva per te.
Maledetto sarebbe l’amplesso
che me sposa rendesse del re.
Di qual dono beffardo fai vanto?...
Tu m’hai patria ed amante rapita
In abisso d’affanni la vita
Hai, crudele, cangiato per me.
Oh l’averno l’averno soltantoOh tiranno!... Con morte soltanto
Ha una furia che pari già muta. Può frenarsi quest’odio per te.
Ezio: Roma hai salva?... e del mondo lo sdegno
Che t’impreca superna vendetta?...
Ed il sangue che inulto t’aspetta
Nol rammenti?... Paventane o re.
colmasti
De’ delitti varcasti già il segno
Pende l’ira del cielo su te.
S’ode internamente il rumore dell’assalto del campo, ed essa con [...] si arma
Coro interno Morte... Morte.... Vendetta....
Attila Qual suono?...
Ezio e For. Suono è questo che segna tua morte.
Attila TraditoriScellerati!!
Ezio e Foresto Decisa è la sorte.
I soldati Romani colla spada alla mano entrano precipitosamente in scena
intanto Odabella
Padre! ah padre! il sacrifico a te!...
Attila E tu pure Odabella?... (cade)
Tutti Appien sono
Vendicati Dio, popoli e Re!
cala il sipario
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A me pare che così possa stare e che possa riescire d'effetto. Vi saranno dei versi che non ti piaceranno, ma tu li puoi cambiare come vuoi e renderli belli come sono tutti li altri di questo libretto. Ti avverto però che ho fatto già tutta la musica specialmente dei punti importanti, perché non poteva aspettare la tua risposta: le accomodature che mi manderai, guarda di farle subito subito, giacché, ti ripeto, verso il 20 si va in scena, quindi verso il 12 gennajo converrebbe che io avessi la tua lettera. – Alcuni qui trovano a dire su due versi nel duetto dei due bassi: Avrai tu l'universo, Resti l'Italia a me... Io capisco cosa vuoi dire, ma bisogna che tu me la spieghi bene in una tua lettera per darla nel naso a questi talentoni. Spero molto su quest'Attila: non mi mancano che i recitativi e l'istromentazione – Ieri sera la Giovanna è andata fredda fredda!... Io non era in teatro perché da alcuni giorni sto in casa per un diavolo di un reuma che mi tormenta. Scrivimi subito subito e addio – Ricordati che al 20 si va in scena.
Add.
G. Verdi
P.S. A compire i mille franchi ti devo ancora una piccola sometta chetela pagherò quando sarò a Milano a chi vorrai! Dammi notizie di tua salute, delle cose tue; a Barcelona e della tua Sigra che mi riverirai! Addio add – –
Note
- La lettera, fu restituita da Solera a Verdi, con le proprie correzioni ai versi di Attila.
Posseduto Insv
Fotocopia (n. 78/22_02)
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Giuseppe Verdi a Temistocle Solera, 25/12/1845
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