Corrispondenza

Giuseppe Verdi a Arrigo Boito, 17/02/1889

Data

Data
Genova, 17 febbraio 1889

Luogo di destinazione

Luogo di destinazione
Sanremo

Tipologia

Lettera

Descrizione fisica

Due bifolii, sette facciate scritte, con busta affrancata (40 cent.). Indirizzo originale corretto da altra mano. Sul recto della busta, in alto a destra, a matita, di altra mano, semicancellato: «17 febb. 89 / [...]?». Segnature a matita su ogni facciata e sulla busta. Timbri dell'Istituto nazionale di studi verdiani.

Ubicazione presso il soggetto conservatore

Ubicazione
I-PAi
Collocazione
DA II/17

Indirizzo (busta)

Arrigo Boito / Via Principe Amedeo / 1 / Milano / Hotel des Anglais San / Remo

Timbri postali

GENOVA FERROVIA/ 17 / 2-89 /6S
MILANO / 18 / [2] 89 / [...]
TORINO-PISA N° 1 (AMBE) / 19 / FEB / 89
S. REMO / 20 / 2 - 89 / 8 M

Trascrizione


C. Boito

     Scrivo all'azzardo, ma certo che v'arriverà questa mia.
     Spiacemi distogliervi, anche per pochi minuti, dai vostri lavori, ma sento il bisogno di parlarvi di quel tal... Giubileo che trovo inutile, e senza possibile buon risultato.
     Mettiamo da parte il mio Io la mia modestia, il mio orgoglio e tutto il resto... e domando:
     Cosa farete in quella sera 17 Nov:? Un Concerto con diversi pezzi d'opere?
     Dio mio! che meschinità!:
     Oppure rappresentazioni di alcune opere?
​​​​​​​     Ma allora per dare un significato a queste rappresentazioni si dovrebbe eseguirne tre o quattro. La prima, L'ultima, ed un'altra fra queste due. Di queste due l'esecuzione non sarebbe difficile, ma difficile e costosa la prima, per la quale sarebbero necessarie quattro prime parti (che sapessero anche cantare), mise en scene, e tutte le prove come di opera nuova.
     Ed il risultato?
​​​​​​​     Figuratevi se il nostro pubblico, con tendenze tanto diverse di quelle di 50 anni fà, potrebbe aver la pazienza di ascoltare i due lunghi Atti dell'Oberto! O si annojerebbe cortesemente in silenzio, (cosa sempre umiliante), o manifesterebbe le sue disapprovazioni. In questo caso non sarebbe più una festa, sarebbe uno scandalo.
​​​​​​​     Per l'altro progetto di fondare un'istituzione in perpetuo con sottoscrizione nazionale,
                                                 Domando ancora:​​​​​​​                                              
     Quale somma si potrebbe raccogliere? Una somma piccola non potrebbe servire che a dare uno di quei soliti premi di concorso di nissun giovamento né all'arte, né al premiato. Una somma che potesse essere veramente utile, difficile a raccogliersi in questi momenti tanto critici, dovrebbe essere vistosa, molto vistosa onde formare un Capitale, il cui frutto fosse sufficiente a soccorrere un Giovine nel suo primo esperimento in Teatro.
     E qui quante difficoltà s'affacciano!
     1.° Si dovrebbe garantire l'Impresario del valore dell'opera:
     2.d° Garantire il Maestro per la buona esecuzione:
     Per riuscire a questo non vi sarebbe altro modo (non sicuro del resto) che nominare una Commissione... anzi due. L'una per esaminare la poesia. L'altra per esaminare la musica. Sarebbe facile trovar la prima, ed io indicherei subito: Boito e due altri. Più difficile la seconda: Ancora Boito... e poi?
     Inoltre queste Commissioni dovrebbero assumersi l'ingrato e difficile incarico di vegliare severamente sulla mise en scene e sull'esecuzione musicale e scenica, in modo che l'Impresario non potesse far rappresentare l'opera come un pis aller col solo scopo d'intascare una somma qualumque.
     E qui sorge un'altra questione: Dove si rappresenterà l'opera? A Milano? –
Ma se è per sottoscrizione nazionale, perché i Romani per es: non potrebbero
​​​​​​​pretenderla a Roma? I Napoletani a Napoli... e così via via...
​​​​​​​                                                  Quante difficoltà!                                              
     Finisco (respirate) e concludo col dirvi quello che dissi a Giulio fino dai primi del Nov: passato che questo Giubileo, oltre essere sommamente spiacevole per me, non è né utile, né pratico. Se Voi siete della mia opinione nella prima adunanza che terrete, Voi con autorità maggiore degli altri come Maestro e come Poeta fate in modo che si metta tutto tranquillamente in silenzio, senza lasciare appiglio di ritornarvi sù, e farete ottima cosa.
     S'intende che questa lettera e riservata. Non vi è nulla che io non potessi dire altamente; ma è inutile che io faccia sentire ancora su questo la mia voce.
     V'ho fatto perdere un po' di tempo e me ne duole: Scusate!
     Addio. Coi saluti di Peppina vi stringo di cuore le mani
​​​​​​​          e mi dico
                                                                                                      Aff
                                                                                                 G. Verdi

Note

Minuta in "Copialettere" in I-PAas (v. link a fianco).

Posseduto Insv
Originale

Bibliografia
Carteggio Verdi-Boito, a cura di Marcello Conati, Parma, Istituto nazionale di studi verdiani, 2015, n. 124, pp. 186-188

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Giuseppe Verdi a Arrigo Boito, 17/02/1889

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