Corrispondenza
Giuseppe Verdi a Arrigo Boito, 17/07/1886
Data
- Data
- Sant'Agata, 17 luglio 1886
Luogo di destinazione
- Luogo di destinazione
- [Milano] Cernobbio
Tipologia
- Lettera
Descrizione fisica
- Un bifolio, due facciate scritte, con busta affrancata (20 cent.). Indirizzo cancellato e corretto da altra mano in : «Como per / Villa d' Este; sullo stesso, a lapis rosso: «78». Segnature a matita su facciate scritte e busta. Timbri dell'Istituto nazionale di studi verdiani.
In un bifolio a parte Verdi riporta la propria proposta di trascrizione del libretto.
Ubicazione presso il soggetto conservatore
- Ubicazione
- I-PAi
- Collocazione
- DA II/5, II/5 bis
Indirizzo (busta)
- Arrigo Boito / Principe Amedeo / n. 1 / Milano
Timbri postali
- BUSSETO / 17 / LUG / 86
BORGO S. DONNINO / [...] / LUG / 86
MILANO / 18 / 7 - 86 / 8S
CERNOBBIO / 20 / LUG / 86
554
Trascrizione
C. Boito
Sono preoccupato un po' anche io per la stampa del libretto nel Finale del Terz'Atto: perché vorrei proprio che il Publico potesse con un colpo d'occhio vedere e capir tutto.
Voltate il foglio e vedrete cosa io proporrei. Trovando meglio... tanto meglio. - -
S'intende che il foglio ove sono le tre colonne dovrebbe esser intieroquasi ein mezzo del libretto colle cuciture ove sono i vuoti
Stà bene che il solo di Desdemona sia stampato nella fine della pagina antecedente, ché il publico così non resta distratto, e rivolgerebbe tutta l'attenzione ad Essa. Voltando poi il foglio si troverebbe in faccia a tutta la Baraonda del Concertato.
Che Giulio non faccia difficoltà sul più o meno bello dell'edizione. L'importante è di far capire... se vorranno capire!
Domani spero di aver testa a sfogliare e rivedere quello che è fatto –
Ad Ad.
Vost
G. Verdi
[Allegato]
Come stà et
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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Otello Noi salperem domani – A terra! e piangi!
e afferra Desdemona furiosamente e Des. cade. Emilia e Lodovico la
raccolgon e sollevan pietosamente. Otello avrà nel suo gesto terribile
gettata la pergamena al suolo, e Jago l'avrà raccolta e letta...
Desdemona
A terra!... si... nel livido
Fango... percossa... io giacio...
Piango... m'agghiaccia il brivido
Dell'anima che muor.
E un di sul mio sorriso
Fiorìa la speme e il bacio
Ed or... l'angoscia in viso
E l'agonia nel cor.
Quel sol sereno e vivido
Che allieta il cielo e il mare
Non può asciugar le amare
Stille del mio dolor.
Emilia
Quella innocente un fremito
D'odio non ha ne un gesto
Trattiene in petto il gemito
Con doloroso fren.
La lagrima si frange
Muta sul volto mesto.
No chi per Lei non piange
Non ha pietade in sen.
Rodrigo
(Per me s'oscura il mondo
S'anuvola il destin
L'angiol soave e biondo
Scompar dal mio cammin.)
Cassio
(L'ora è fatalUn fulmine
Sul mio cammin l'addita
Già mia sorte il culmine
S'offre all'inerte man
L'ebbra fortuna incalza
La fuga della vita
Questa che al ciel m'innalza
È un'onda d'uragan.
Lodovico
Egli la man funerea
Scuote anelando d'ira
Essa la faccia eterea
Volge piangendo al Ciel
Nel contemplar quel pianto
La carità sospira
E un tenero compianto
Stempra del core il gel
Il Coro
a gruppi dialogando contempora-
neamente ai dialoghi di Jago
Donne
Pietà!
Cav:
Mistero!
Donne
Ansia mortal bieca
Ne ingombra anime assorte in lungo orror
Cav:
Quell'uomo nero è sepolcrale, e cieca
Un'ombra è in Lui di morte e di terror
Dame
Vista crudel! Strazia coll'ugna l'orrido
Petto!
Cav.
Figge gli sguardi immoti al suol
Poi sfida il Ciel coll'atra pugna l'ispido
Aspetto ergendo ai dardi alti del Sol
Dame
Ei la colpì! Quel viso santo pallido
Blando si china e tace e piange e muor
Piangon così nel Ciel lor pianto gli angeli
Quando perduto giace il peccator
Jago ad Otello accasciato su d'una sedia
Una parola
Otel. E che?
Jago T'affretta! Rapido
Slancia la tua vendetta! Il tempo vola.
Ot. Ben parli
Jago È l'ira inutil ciancia. Scuotiti!
All'opra ergi tua mira! All'opra sola.
Io penso a Cassio. Ei le sue trame espìa
L'infame anìma ria l'averno inghiotte.
Ot: Chi gliela svelle?
Ja Io!
Ot. Tu?
Ja. Giurai
Ot. Tal sia
Jag. Tu avrai le sue novelle questa notte
abbandona Otello e si dirige verso Rodrigo
I sogni tuoi saranno in mar domani.
E tu sull'aspra terra
Rod: Ahi triste!
Jago Ahi stolto!
Stolto!
Se vuoi tu puoi sperar, gli umani
Arditi orsù riafferra e m'odi
Rod. Ascolto.
Jago Col primo albor salpa il vascello. Or Cassio
È il Duce. Eppur se avvien che a questi accada
Sventura... Allor qui resta Otello
Rod. Lugubre
Luce d'altro balen
Jago Mano alla spada!
A notte folta io la sua traccia seguito
E il varco e l'ora scruto, il resto a te
Sarò tua scolta. A caccia a caccia Cingiti
L'arco
R. Sì t'hodonatovenduto onore e fè!
Jago Corri al miraggio! Il fragile tuo senno
a parte Ha già confuso un sogno menzogner.
Segui l'astuto ed agile mio cenno
Amante illuso, io seguo il mio pensier
Rod. Il dado è tratto! Impavido t'attendo
Ultima sorte, occulto mio destin
Mi sprona amor, ma un avido tremendo
Astro di morte infesta il mio cammin
Note
- –
Posseduto Insv
Originale
Bibliografia
Carteggio Verdi-Boito, a cura di Marcello Conati, Parma, Istituto nazionale di studi verdiani, 2015, n. 87, pp.144-148
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Giuseppe Verdi a Arrigo Boito, 17/07/1886
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