Corrispondenza
Giuseppe Verdi a Arrigo Boito, 08/01/1881
Data
- Data
- Genova, 8 gennaio 1881
Luogo di destinazione
- Luogo di destinazione
- Milano
Tipologia
- Lettera
Descrizione fisica
- Due bifolii, sei facciate scritte, con busta affrancata. Sulla busta, di altra mano: «8 Gen. 81»; numerazione a matita di fogli e pagine su ogni facciata e sulla busta. Ti8mbri dell'Istituto nazionale di studi verdiani.
Ubicazione presso il soggetto conservatore
- Ubicazione
- I-PAi
- Collocazione
- DA I/8
Indirizzo (busta)
- Arrigo Boito / 1. Via Principe Amedeo / Milano
Timbri postali
- [GENO]VA / [...] / [...] 81 / [...]
[FERRO]VIA MILANO / [...] / [...] / [...]
Trascrizione
Genova 8 del 1881
Car Boito
Non abbia rimorso d’avermi rubato il tempo. Non mi sono affatto oc cupato finora di musica. Ora però ci penso, anziciho pensato tutt’oggi a questo Boccanegra, ed ecco cosa mi pare, si potrebbe fare
Passo il Prologo di cui cambierò forse il Primo Rec: e qualche battuta quà e là in orchestra.
Nel primo Atto toglierei nel primo pezzo la Cabaletta, non perché sia una Cabaletta, ma perché è brutta assai. Cambierei il Preludio, a cui unirei il Cantabile della Donna cambiando l’orchestrazione e ne farei un pezzo unito. Ripiglierei alla fine un movimento d’orchestra del Preludio su cui Amelia direbbe... Spuntò il giorno... Ei non vien!... o qualche cosa di simile. Mi aggiusti dunque un pajo di versi piccoli a frasi spezzate... Non amerei quelle parole di gelosia d’Amelia!
La Romanza interna del Tenore resterebbe tal e quale.
Nel Duetto seguente cambierei la forma della Cabaletta ed Ella non avrebbe nulla a fare – –
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Nella Scena V tra Fieschi e Gabriele amerei qualche parola di più nel Rec: dopo il verso “A nostre nozze assenti. Se il Pubblico perde la parola Umil non capisce più nulla. Se dicesse per es: “Ascolta... alto segreto” et. et. Que ste son sempre parole che fanno drizzare le orecchie al pubblico. E però, se crede, aggiunga un pajo di versi, oppure nò, come vuole. Quello che a me preme si è, di cambiare il Duetto tra Fieschi e Gab: “Paventa o Doge” È troppo fiero, e non dice nulla. Io amerei invece che Fieschi, quasi padre d’Amelia, benedisse i futuri giovani sposi. Potrebbe sortirne un momen to patetico che sarebbe un raggio di luce fra tanto scuro. Per mantenere il colore introduca pure un po’ di cittadini affetti. Fieschi può dire... ama quell’angelo... Ma dopo Dio... la Patria et... Tutte parole buone per far driz zare le orrecchie... Infine otto bei versi a Fieschi ed altrettanti a Gabriele, affettuosi, patetici, semplici per farvi sù un po’ di melodia, o qualche cosa che ne abbia almeno l’apparenza. Ah se si potesse far ritornare in scena Amelia e fare un Terzettino a voci sole! Che bella cosa scrivere a tre voci!...ma capisco cheAmelia e Gabriele inginocchiati, Fiesco in mezzo, alto, che li benedice!... Ma capisco che oltre la difficoltà di far ritornare in scena Amelia, avressimo la scena Finale dell’ultimo atto quasi simile...
Mi sono spiegato? Non ne sono ben sicuro. Procuri d’indovinare quel lo che non ho saputo dire, e mi mandi intanto questi pochi versi al più presto possibile, che domani o dopo gli dirò del resto. Io intanto comincierò a lavorare al Primo pezzo di questo primo Atto, se non altro per mettermi dans le mouvement prima d’arrivare al Finale. Io vorrei fare tutto di seguito come se si trattasse d’un’opera nuova.
Aspetto, e mi creda suo
G.Verdi
Note
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Posseduto Insv
Originale
Bibliografia
Carteggio Verdi-Boito, a cura di Marcello Conati, Parma, Istituto nazionale di studi verdiani, 2015, n. 14, pp. 23-24
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Giuseppe Verdi a Arrigo Boito, 08/01/1881
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