Corrispondenza
Giuseppe Verdi a Arrigo Boito, 11/12/1880
Data
- Data
- Genova, 11 dicembre 1880
Tipologia
- Lettera
Descrizione fisica
- Due bifolii, cinque facciate e cinque righe scritte. Sull’ottava facciata (bianca), di altra mano: «11 12-1880» (a penna) e «11.XII.1880» (a matita). Numeri di pagina e di bifolio a matita su ogni facciata.
Ubicazione presso il soggetto conservatore
- Ubicazione
- I-PAi
- Collocazione
- DA I/6
Trascrizione
Gen: 11 Dic: 1880
Car Boito
O il Senato... o la Chiesa di S. Siro... o far nulla...
Far nulla sarebbe la cosa migliore, ma ragioni, non d’interesse, ma, dirò così, di professione m’impediscono di abbandonare l’idea di aggiu stare questo Boccanegra, almeno senza aver tentato prima di farne qualche cosa. Fra parentesi, è interesse di tutti che la Scala viva! – Il cartellone di quest’anno ohimé, è deplorabile! Benissimo l’opera di Ponchielli, ma il re sto? Eterni Dei!!!! Vi sarebbe l’opera che sveglierebbe un grand’interesse nel pubblico, e non capisco perché Autore, ed Editore si ostinino a rifiutar la! – Parlo del Mefistofele. Il momento sarebbe propizio, ed Ella renderebbe servizio all’Arte ed a tutti.
___________________
L’atto da Lei ideato nella Chiesa di St Siro, è stupendo sotto ogni rap porto. Bello per novità – bello per colore storico – bello dal lato scenico-musicale; ma mi impegnerebbe troppo, e non potrei sobbarcarmi a tanto lavoro.
Rinunciando disgraziatamente a quest’Atto, bisogna attenersi alla Scena del Senato, che fatta da Lei, non dubito possa riescir fredda. Le sue critiche son giuste, ma Ella ingolfata in lavori più elevati, ed avendo in mente Otello, mira ad una perfezione che qui sarebbe impossibile raggiungere. Io guardo più in basso, e, più ottimista di Lei, non dispero. Convengo che il tavolo è zoppo, ma, aggiustando qualche gamba, credo, potrà reggersi. Convengo ancora, che non vi sono di quei caratteri (ben rari sempre!) che vi fanno esclamare: “è scolpito” nonostante a me pare che vi sia nei personaggi di Fiesco e Simone qualche cosa da trarne buon partito.
Infine tentiamo, e facciamo questo Finale col rispettivo Ambasciatore Tartaro, colle lettere di Petrarca et... et... et... Tentiamo, ripeto. Noi non sia mo poi tanto inesperti, da non capire, anche prima, cosa sarà per succedere sul Teatro. – Se a Lei non pesa, e se ha tempo si metta immediatamente al lavoro. Io intanto guarderò di raddrizzare quà e là le molte gambe storte delle mie note, e... vedremo!.
Con affetto mi dico
Af
G. Verdi
Note
- –
Posseduto Insv
Originale
Bibliografia
Carteggio Verdi-Boito, a cura di Marcello Conati, Parma, Istituto nazionale di studi verdiani, 2015, n. 10, p. 20
detail.media








Giuseppe Verdi a Arrigo Boito, 11/12/1880
1 / 8