Corrispondenza

Giuseppe Verdi a Arrigo Boito, 15/08/1880

Data

Data
Sant'Agata, 15 agosto 1880

Tipologia

Lettera

Descrizione fisica

Due bifolii, sei facciate scritte, con busta non affrancata. Sulla busta in alto a destra, di altra mano: «15 Agosto 1880; a sinistra: «3 a b».

Ubicazione presso il soggetto conservatore

Ubicazione
I-PAi
Collocazione
DA I/2

Indirizzo (busta)

Ad Arrigo Boito / Milano

Trascrizione


                                                                                            St Agata 15 Agosto
                                                                                                                  1880

Car Sigr Boito

     Giulio le avrà detto, com’io da più giorni abbia ricevuti i suoi versi, che ho voluto leggere e studiar bene prima di risponderle.
     Certamente hanno maggior calore dei primi, ma secondo me il pezzo scenico manca ancora; e vi manca perché non vi può essere. Dopo che Otel lo ha insultato Desdemona, non vi è più nulla a dire. Tutt’al più una fra se, un rimprovero, una maledizione contro il barbaro che ha insultato una donna! E qui o calar il sipario, o saltar fuori con una trovata all’infuori di Shakspeare. Per es: (dico per dire) dopo le parole “Demonio taci” Lodovico con tutta la alterezza di Patrizio e la dignità di Ambasciatore potrebbe fie ramente apostrofare Otello = Indegno Moro, tu osi insultare una Patrizia Veneta, mia parente, e non temi l’ira del Senato! / strofa di 4 o 6 versi
Jajo si compiace
dell’opra sua             / strofa idem
Desdemona gema   / strofa id.
Rodrigo                    / strofa
Emilia e Coro / strofa
Otello muto, immobile terribile non dice nulla...
Ad un tratto odonsi da lontano Tamburi, Trombe, Colpi di Canone et. et... I Turchi! I Turchi!! Popolo e Soldati invadono la scena. Sorpresa e spavento in tutti! Otello si scuote e si drizza come un Leone; brandisce la spada e volgendosi a Lodovico = Andiamo vi condurrò di nuovo alla vittoria. Venezia mi compenserà poi con una destituzione!... Tutti abbandonano la scena tranne Desdemona. Intanto le donne del popolo accorrendo da tutte le parti, atterrite si buttano in ginocchio mentre dall’interno si sentono le grida dei guerrieri, i colpi di cannone Tamburi Trombe et. tutto il furor della battaglia. Desdemona nel mezzo della scena, isolata, immobile, cogli occhi fissi al Cielo, prega per Otello.
                                                           Cala il Sipario.
Il pezzo musicale vi sarebbe, ed un Maestro potrebbe esserne contento. Il Critico avrebbe molte osservazioni a fare. Per es: Se i Turchi furono scon f itti (come vien detto in principio) come potevano combattere ora? Questa per altro non sarebbe critica seria perché si potrebbe suppore, anzi e dirlo in due parole, che i Turchi furono danneggiati e sbandati dalla tempesta, ma non distrutti. – Vi sarebbe un’osservazione più grave. = Otello affranto dal dolore, roso dalla gelosia, abbattuto ammalato fisicamente e moralmente, può Egli esaltarsi d’un tratto e ritornare l’Eroe di prima? E se lo può; se la gloria lo affascina ancora, e può scordare amore, dolore, gelosia perché uccidere Desdemona e poscia se stesso?
     Sono scrupoli questi, o serie osservazioni? Ho voluto dirle quanto mi passa per la testa. Chi sa ch’Ella da queste corbellerie non trovi un germe per creare qualche cosa!
     Ci pensi, mi scriva, e mi creda
                                                                                                                  D.°
                                                                                                             G. Verdi

P. S. Permetta ch’io le faccia le più sincere congratulazioni per l’esito felice del Mefistofele a Londra –

Note



Posseduto Insv
Originale

Bibliografia
Carteggio Verdi-Boito, a cura di Marcello Conati, Parma, Istituto nazionale di studi verdiani, 2015, n. 3, pp. 4-5
 

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Giuseppe Verdi a Arrigo Boito, 15/08/1880

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