Corrispondenza

Giuseppe Verdi a Antonio Accarini, 14/03/1836

Data

Data: Busseto, 14 marzo 1836

Luogo di destinazione

Luogo di destinazione: [Borgo San Donnino]

Tipologia: Lettera

Descrizione fisica: Un bifolio, una facciata scritta. In alto a sinistra: «Ric^a il 14 marzo 1836 / P° N° 4272». Strappo all'angolo superiore destro.

Ubicazione presso il soggetto conservatore

Ubicazione: I-BSc

Trascrizione: Ill.^moSig.^rPodestà

La pregiatissima sua del 12 corrente N. 4266 mi fa supporre, che taluno, mosso da non so quale cagione, abbiami ingiunto alle Magistrature in detta lettera indicate siccome partecipe delle dissenzioni suscitatesi in Busseto per la nomina di un Maestro di Musica. La S.V. Ill.ma non ignorerà certamente come io sia stato impassibile spettatore di questa lunga lotta. Immerso nel mio prediletto studio della musica, e quasi obblando le contese, ho atteso dalla Giustizia ciò che finalmente giunse, cioè un concorso da tanti desiderato, e nulla più: ho confi: dato nella saggezza de' Magistrati, sulla integrità di un giudizio, e sulle mie forze qualumque siansi. Tutti sanno ch'io non m'immischiai co' partiti, che io non ho mai fomentato, ne contrariato veruno di questi, che io non stato mai così cattivo di compiacermi di queste gare: le quali cose assaissimo m'importa che sappia con tutta verità il Superiore Governo, ed e perciò che io la prego a volerlo di ciò disingannare, e spero che la S. V. Ill.ma vorrà farlo non tanto per essere cosa che mi riguarda, ma ben anche perché lo esige la verità, e la Giustizia, le quali virtù Ella ha si bene dimostrato di possedere ne' passati dissidj: ed inoltre Ella potrà accertare lo stesso governo che io non mi dipartirò mai da tale costumanza, e che quindi né li miei competitori, né li miei avversarj, non hanno mai avuto, né mai avranno a sospettare ch'io m'intrichi ne con essi né contro di essi.
Ho l'onore di protestarmele con tutto il rispetto, e colla maggior stima possibile.
Della S. V. Ill.ma
Busseto, il g. 14 Marzo 1836 Um.° ed Obb.° Dev.^mo Servitore
G. Verdi