La vostra lettera mi è giunta desideratissima
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ignoro quanto sia vero che stiate occupato di un Giulio Cesare; ma ritengo che per ora vorrete riposare veramente, e ritengo ancora, e spero che, come l'Etna lavorerà entro di voi il sacro fuoco che dovrà prorompere un'altra volta colla terribile potenza e prepotenza di Genio, che ogni vostro nuovo lavoro manifesta inesauribile.