Corrispondenza

Giuseppe Piroli a Giuseppe Verdi, 08/02/1885

Data topica

Data topica
Roma

Data

Data
Roma, 8 febb [1885]

Luogo di destinazione

Luogo di destinazione
Genova

Tipologia

lettera

Ubicazione presso il soggetto conservatore

Ubicazione
I-Rli o I-Ms [?]

Trascrizione

Credo di non avervi scritto dopo la carma vostra del Xbre passato, e se così è dovrei riparare ad un omissione non scusabile (se non forse alla profonda tristezza che mi ha durato, ed ha pure occupato mio figlio) cioè di ringraziarvi anche a suo nome delle parole di conforto per la disgrazia che ci colpì crudelmente. Scusatemi anche colla Peppina. Le cure pel povero piccino, che mi è affezionatissimo mi consolano, e nel tempo stesso mi fanno sentire quanto sia grave la perdita per esso della mamma che nulla può rimpiazzare. La mia salute si è rinfrancata, e proprio non mi accorgo di essere alla vigilia dei 70 che compirò tra pochi giorni! E sotto questo rispetto non ho motivo di lagnarmi. – In questi giorni il Deputato del Zio, anche a nome del Deputato Mariotti2 mi ha chiesto se avrei dato loro una lettera d’introduzione presso voi da valersene venendo a Genova non so se per diporto o altro. Io me la sono cavata con una mezza bugia cioè che dubitavo che foste a Genova. So che queste visite vi annojano, ed ho pel momento evitato di concorrere ad arrecarvene una: ma mi sarei trovato imbarazzato assai se il del Zio mi avesse replicato datemi ad ogni modo la lettera, e se non vi sarà non ce ne serviremo. – Qui l’occupazione o meglio preocupazione di tutti è la spedizione militare in Egitto 3, e l’incertezza intorno agli accordi coll’Inghilterra. Fino ad ora, tranne la Porta, le potenze hanno espresso sentimenti benevoli, ma il dietro le scene quale sarà. – E passando ad altro non contate di venire a Roma colla Peppina a passarvi qualche giornata. Non vi parlo del Senato, che è una vera tomba. Ci si trova abitualmente in cinque o sei ombre vaganti. Nessuno si occupa dei progetti di Legge che sono allo studio, tranne i politici cui il Governo ha interesse che siano votati prontamenti (come è avvenuto per la legge Napoletana6); e quando questi sono in fretta e furia esaminati dai pochi che si trovano costì, si convoca il Senato; i Senatori accorrono in pochi ma bastanti a costituire il numero legale, e all’indomani partono. Sapevo benissimo che era così, ma vi confesso che visto da vicino è proprio uno stato di cose che fa dispiacere . Ma così è così sia. Datemi notizie vostre e di Peppina, e rilevatevi a venire a vedere Roma ampliata, e in parte in via di rinnovamento. Addio di cuore.
                                                                                                                        vos. aff. Piroli