Corrispondenza
Giuseppe Verdi a Giuseppe Piroli, 02/02/1883
Data topica
- Data topica
- Genova
Data
- Data
- Genova, 2 febbraio 1883.
Tipologia
- lettera
Ubicazione presso il soggetto conservatore
- Ubicazione
- I-Rli
Trascrizione
- Ammiro nel Ministro il desiderio di riformare le nostre scuole musicali; ma io non credo possibile riuscirne a buon fine. Oggidì non si trovano più né Maestri, né alunni, che non siano intaccati di Germanismo; e neppure si potrebbe formare una Commissione esente da questa malattia. Malattia, che, al pari d'ogni altra, bisogna faccia il suo corso; e che non potranno, per ora, guarirla, né le Commissioni, né Programmi, né Regolamenti (sovvengavi del Regolamento fatto a Firenze durante il Ministero Correnti). Credo bene dichiarare or quì, che io ammiro al par d'ogni altro l'arte Tedesca, e l'ammiro tanto più perché i loro cultori hanno saputo conservarla, secondo l'indole loro, e farne un'arte nazionale. L'Europa, il Mondo, avevano un giorno due Scuole Musicali: l'Italiana e la Tedesca (le altre sono derivazioni di quelle). Noi, affascinati dalle bellezze forestiere, abbiamo rinnegate le nostre, e ne è sorto il Caos! Rimedio al male può essere solo: 1° Un uomo nuovo, giovine, di genio, senz'influenza di scuole. 2° I Teatri in istato florido. La nostra musica, a differenza della Tedesca che può vivere nelle Sale colle Sinfonie, negli appartamenti coi quartetti; la nostra, dico, ha il suo seggio principalmente nei Teatri. Ora i Teatri, senza l'aiuto del Governo, non possono durare. È un fatto che non si può negare. Devono necessariamente l'un dopo l'altro chiudersi tutti, ed è soltanto per eccezione, se qualcuno trascina stentatamente la vita. La Scala, la stessa Scala, forse si chiuderà l'anno venturo. Dietro queste mie convinzioni non è possibile che io accetti di far parte di una Commissione che, secondo me, non recherebbe nessun giovamento all'arte. Fate le mie più sentite scuse al Sig. Ministro, a cui io scriverò da quì a due giorni, per lasciare a Voi il tempo di prevenirlo, e ditegli, che sono veramente dolente di rispondere in questo modo ad un invito tanto gentile e cortese. Addio, mio caro Piroli. Credetemi sempre.
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Giuseppe Verdi a Giuseppe Piroli, 02/02/1883
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