Questa mattina mi sono restituito a Roma. Avrete avuto per telegrafo le notizie del successo entusiastico della vostra Messa. Avrei voluto trattenermi a Venezia per udirla una seconda volta, ma un impegno per oggi mi ha fatto rinunziare a tanta soddisfazione. Dirvi delle impressioni terribili, meste, pietose risvegliate a volta a volta da' varii pezzi che ne costituiscono un lavoro di capitale importanza ed unico, non lo saprei con parole.
L'esecuzione impareggiabile forse in qualunque altro teatro d'Italia. In alcuni punti mi sentivo trasportato in una chiesa in mezzo ai riti solenni delle funzioni funebri. Alle note del tenore nell'Offertorio tutti i cuori, alla visibile attitudine degli ascoltatori, erano presi da ineffabile dolcezza. Oh che preghiera!! Avevo poco lontano il Maffei commosso come tutti e... insomma una serata simile non si ripeterà per noi più mai.
Ho visto la S.ra Stolz, il cui giudizio intorno all'orchestra ed ai cori è conforme a quello che ne ha fatto il pubblico. Voi solo mancavate e il vostro nome era sulla bocca di tutti. Ma si davano anche ragione del motivo che vi ha consigliato a non aderire all'invito.
Sarebbe forse inconveniente per voi una serie di istanze e di seccature alle quali non avreste più potuto dire francamente di no...