Ricevo la Vostra che mi
annuncia la nomina di Senatore. Ieri ricevei il dispaccio del Prefetto di Parma per ordine del Ministero. Io sono sensibilissimo a quest'alto onore che mi si è voluto fare; ma cosa ho mai fatto per meritarlo? E poi ... che povero Senatore! Comunque sia domani scriverò al Ministro ringraziando: intanto ringrazio voi perché certamente siete voi che avete avuto le mani in pasta in tutto quest'affare.
Il Dispaccio mi dice di venire a prestare il giuramento alla seduta Reale, ed io vi verrei subito, ma voi sapete che all'Apollo si fa l'Aida per prima opera, e forse a quest'ora si fanno le prove.
Venendo io a Roma sarebbe ben difficile sottrarmi a queste seccature musicali, ed io non voglio ora imbarazzarmi dell'esecuzione d'Aida. Se avete tempo scrivetemi in qual giorno succederebbe la seduta Reale.
Io sono andato a Busseto, è vero, a votare, ma siete ben sicuro del voto mio? Ve ne fu uno "uno solo" che non fu per Voi, ma per Garibaldi; chi sa che non sia stato io che abbia posto nell'urna il nome del Generale.
Mille cose da parte di mia moglie, ed io stringendovi la mano mi dico.