Corrispondenza

Giuseppe Verdi a Giuseppe Piroli, 16/07/1870

Data

Data
16 Luglio 1870

Tipologia

lettera

Ubicazione presso il soggetto conservatore

Ubicazione
I-Rli

Trascrizione

È un gran pezzo che non ricevo vostre lettere e m'ha fatto gran piacere quest'ultima vostra. Io pure ho colpa di non avervi scritto da gran tempo, ma sono stato occupato, e lo sono ancora, come vi spiegherò più avanti. Intanto se volete fare una buona legge sulla proprietà impedite le contraffazioni. E per impedir queste proibite addirittura di prendere temi per fare pezzi. E sarebbe un vero vantaggio per la proprietà e per l'arte. Per la proprietà perché colla facoltà di prendere temi si stampano le opere intiere in diversi pezzi, guastando di più i pensieri originali con qualche battuta di preludio o di coda ordinariamente pessima. Si gioverebbe all'arte perché si impedirebbe ai guastamestieri di fare un traffico indegno, e si obbligherebbero i più capaci a creare pezzi originali. Da qualche anno, sia detto a lode del vero, vi è tendenza a fare pezzi originali e a far bene, e se venisse tolta la comodità di giovarsi della roba altrui, si farebbe ancora meglio. Ne parleremo a voce. E quando venite? Per Parigi posso proprio dire. "ed io non so niente!!" anzi so che non scriverei affatto. Vi dissi però che sono occupato. Indovinate! ... A fare un'opera pel Cairo!!! Auf. Io non andrò a metterla in scena perché temerei di restarvi mummificato, ma manderò una copia dello spartito, e riterrò l'originale per Ricordi. Devo dirvi però che il contratto non è ancora segnato (e peri, non parlatene per ora) ma come le mie condizioni, ed eran grosse sono state accettate per telegrafo, così bisogna ritenerlo come fatto. Chi m'avesse detto due anni fa "tu scriverai pel Cairo" l'avrei trattato come un matto ma ora vedo che il matto sono io. Che volete! È cosa fatta!! Avremo guerra? Dio nol voglia! Non posso leggere ora i giornali francesi! Oh gl'insolenti! Sbrigatevi dunque e venite presto. No: venite quando potete. Presto o tardi farete sempre piacere tanto alla Peppina che a me. Addio.

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Giuseppe Verdi a Giuseppe Piroli, 16/07/1870

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