Sono stato a S.t Agata, ma
Carrara, come è ben naturale, addoloratissimo della perdita fatta, non mi parlò del matrimonio. Credo che al mio ritorno, che sarà il più presto possibile, anche quest'affare sarà finito.
Non è vero che io voglia scrivere Patrie. Non ne ho proprio nessuna voglia di mettere il mio muso in faccia al pubblico.
Non spero troppo dal Don Carlos a Parma. È un'opera ancora troppo nuova. Il vostro Direttore doveva andare a Bologna ed a Milano per potersene fare un'idea, perché credo che da per sé difficilmente potrà interpretarla. Eppoi ci vorrebbe un po' di sangue. Ed io cosa andrei a fare a Parma? L'opera sarà applaudita o fischiata. È inutile sentire dei fischi, e non son voglioso d'applausi. A S.t Agata ...
Siamo contentissimi della Provvidenza di Torino e le notizie che riceviamo della bambina sono eccellenti. Anche per questo vi sono obbligatissimo.
E voi non siete venuto a Genova? Già lo sapevo; e so di più che voi avete per iscusa la mia gita a Milano.
Domenica o Lunedì saremo a S. Agata. Voi sapete che là vi è sempre una modesta stanza e due amici che vi vogliono molto bene, e Corticelli per raccontarvi storielle.
La Peppina vi saluta ed io v'abbraccio di cuore. Addio.