Corrispondenza

Giuseppe Piroli a Giuseppe Verdi, 17/06/1866

Data

Data
17 giugno [1866]

Tipologia

lettera

Ubicazione presso il soggetto conservatore

Ubicazione
I-BSAv

Trascrizione

Io ho più volte ripensato alla penosa condizione in cui dovevate trovarvi a fronte dell'impegno preso di scrivere un'Opera e di occuparvi nelle attuali improvvise e urgenti contingenze nostre. La vostra ultima non fa che confermare ciò che conoscendo i vostri sentimenti e il carattere e la tempra vostri io aveva preveduto. Se non che l'impegno da voi preso quando eravamo tanto lontano dal presentire così vicino il nostro politico risorgimento, la vostra posizione tutta individuale ed eccezionale, il luogo stesso per dove siete impegnato mi sembra che vi impediscano assolutamente che possiate pensare a rompere un accordo che vi lega da molti mesi, e che massimamente dopo la lettera dell'Imperatore che per l'Italia è un nuovo pegno di successo - non potreste sciogliere, pur esponendovi alla rifazione dei danni, anche ricorrendo a considerazioni di sentimenti o convenienze politiche internazionali. Forse gli avvenimenti, che si incalzano, porteranno la Francia a prender parte alla guerra in termine brevissimo, forse anche a differire a miglior tempo la Esposizione Universale. E non potreste voi col mezzo di terza persona e facendo presentire queste probabili eventualità, tentare il terreno e scoprire le disposizioni dell'impresa? Chi sa che non vi riuscisse di stabilire d'accordo una proroga all'esecuzione dell'obbligo vostro? Del resto. vi ripeto, io penso che colla vostra volontà di ferro dovete imporre a voi stesso, e mettervi o continuare nel lavoro col proposito di assicurare all'Italia, nell'arte in cui oggi siete principe, un trionfo che sarà contemporaneo a quello, che, se la nostra Stella continuerà a risplendere, otterremo nel campo di battaglia. Quando partirete per Genova scrivetemelo, non essendo impossibile che io venga a vedervi prima che partiate per Parigi. Scrivetemi spesso e fate che almeno per lettera ci troviamo insieme il più che si può. Vado alla Camera e là chiuderò la lettera, aggiungendovi le notizie, che oggi si aspettano gravi e decisive. Le disposizioni prese dai nostri Comandanti dei Corpi d'armata accennano a una prossima operazione offensiva. Mio figlio è nel Corpo d'armata di Cialdini e si troverà nei primi e più gravi fatti, io penso al lieto augurio che mi avete scritto, e confidente mi rassegno intanto nel pensiero che il mio figlio nel voler correre alla guerra ed io nel consentirlo non abbiamo fatto che il dover nostro. Addio, carissimo Verdi, salutatemi con affetto la S.ra Peppina ed abbiatemi sempre Vostro affmo Il Ministero Ricasoli è quasi ricomposto. Lamarmora parte pel campo, Il Re domani. Domani si avrà il proclama del Re, siamo alla vigilia.

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Giuseppe Piroli a Giuseppe Verdi, 17/06/1866

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