Addio speranze! Non ci vedremo
dunque più prima della guerra! Io sono ancora quì ma al primo Scoppio del cannone me ne andrò, perché la sola idea che gli austriaci potessero fare un'apparizione fin quì, mi farebbe correre mille miglia senza prender fiato soltanto per non veder quei ceffi. Andrò pel momento a Genova, e vi resterò fino all'ultimo, ultimissimo momento in cui devo o dovrei partire per Parigi.
Dico dovrei perché il lasciare l'Italia in questo momento mi pesa come un rimorso. È ben vero che io non ho né età né braccio per andare alla guerra, non ho testa per dar consigli, io in fine non son buono a nulla, ma pure sarei stato quì, mi sarei dimenato, avrei fatto quel pò di bene che avrei potuto, ed avrei come tanti altri goduto e sofferto co' miei. Se l'Opera di Parigi appartenesse come in passato alla Maison de l'Empereur io scriverei al Ministro pregandolo di lasciarmi per ora in Italia. Il Ministro me lo avrebbe forse concesso, in ogni modo la Maison do l'Empereur non m'avrebbe fatto un processo. Ma ora che l'Opera è nelle mani di un Entrepreneur il processo sarebbe molto probabile se restassi quì. Che ne dite voi? Cosa fareste al mio posto? 13 voi, mio caro Piroli, avete coi palpiti e l'ansia di ogni Italiano l'afflizione di aver veduto partire il figlio vostro. Gloriosa afflizione che spero si convertirà in gioia quando riabbraccierete questo figlio fra i redentori della povera Venezia.
Coraggio dunque, mio buon amico. Scrivetemi delle cose vostre, delle mie, delle nostre e coi saluti di mia moglie mi dico.