Non vi tratterò della grande sciagura onde è stata colpita la nostra patria; i particolari li avrete letti nei giornali, ma per quanto sia viva la disperazione e di quanto è qui avvenuto non si può farne una piena e viva pittura chi non l’ha visto. Roma presentava l’aspetto di Torino alla morte di Cavour. La costernazione ed il compianto è generale. Il parlamento è convocato pel giorno 16. Il Senato e la Camera si riuniranno per ricevere il giuramento del Re, e prestarlo. Spero che (se la salute ve lo consente) non mancherete d’intervenirvi: io mi metto a vostra disposizione in tutto e per tutto se vi occorre che vi prevenga e vi faccia preparare l’alloggio. Vittorio Emanuele è morto arrivato all’apice della gloria e forse lo svolgimento degli avvenimenti lo avrebbero esposto a perdere in parte quella popolarità che oggi era intera; ma per l’Italia è una sventura irreparabile... Se avrò la fortuna di stare con voi discorreremo insieme delle condizioni nostre. L’entrarvi con una lettera mi condurrebbe troppo in lungo, e poi nei momenti attuali la preoccupazione non mi permetterebbe di scrivere con serenità d’animo. Questo triste avvenimento ha quasi fatta cessare l’impressione dolorosa di altre e recenti gravi perdite le quali concorrono a far segnare com’è già tristemente funesto questo 1878 appena nato!! Ma per ora non più. Ricordatemi alla s. Peppina che spero stia perfettamente bene, scrivetemi ed abbiatemi sempre vos. aff. a Piroli