Corrispondenza
Giuseppe Piroli a Giuseppe Verdi, 1870
Data topica
- Data topica
- Roma
Data
- Data
- [poco dopo il 27 giugno 1878]
- Note alla data/Motivazione della cronologia
- Risposta alla lettera di Verdi del 26 giugno 1878
Luogo di destinazione
- Luogo di destinazione
- Busseto (Sant'Agata)
Tipologia
- lettera
Descrizione fisica
-
Ubicazione presso il soggetto conservatore
- Ubicazione
- I-BSAv
Timbri postali
-
Trascrizione
- Non datevi pensiero della vostra avversione a fare il Senatore: dico avversione perché i motivi di scusa da voi accennati (meno forse quello della mancanza di tempo) nessuno potrebbe menarveli buoni. In fatto non siete il solo che costantemente non prenda parte ai lavori del Senato, e la circolare che vi è stata spedita non avrà fatto muovere che i non molti e quasi tutti funzionari dello Stato soliti ad accorrere: il lavoro del Senato raramente si eleva nelle regioni della politica, e va innanzi tranquillo e coll’intervento di quanti bastano appena perché le deliberazioni siano legali. Del rimanente, ed ora mi accosto alla conchiusione, la scelta dei Senatori è determinata non solo dal bisogno di tenere il Corpo in numero sufficiente da rappresentare l’alto Senno del Paese, ma ancora d’onorare quelli che colle opere hanno illustrata la patria, e questo titolo basta perché un Senatore, senza mancare per nulla alla convenienza, si astenga dal pur atto di presenza nell’Aula Senatoria. In tanto è certo che per nessun verso io potrei consigliarvi a fare alcun passo per scusarvi e tanto meno per rassegnare il titolo; non credo che vi siano esempi, ed il farlo non potrebbe essere giustificato che da un motivo politico che dobbiamo augurarci non si presenti mai. Questo non vuol dire che se e quando se ne offerirà l’occasione una gita a Roma ed una Seduta del Senato non dobbiate prendervela in pace. Mentre vi scrivo esco da un impiccio che mi ha per più ore disturbato. Il Governo senza consultarmi mi ha nominato Presidente del Consiglio di Amministrazione dell’esercizio governativo provvisorio della Ferrovia dell’Alta Italia 1. Sarebbe una missione di due anni (conservando il posto di Consigliere) nei quali avrei dovuto portare la mia sede a Milano. Grazie a Dio e facendo valere motivi di famiglia ho potuto declinare l’onore e l’onere, e mi sono sollevato da un grande incubo. Sì mio caro Verdi avrò anche quest’anno il mio Settembre libero, e parte di questo lo darò a S. Agata e mi regalerò la cara vostra compagnia, e mi metterò a a piena disposizione della s. Peppina pronto a subire quanti interrogatori vorrà darmi. In questi ultimi mesi ho avuto malata di febbri la figlia di Marietta 2 ma l’abbiamo condotta sui colli fiorentini presso l’Albertina e si è pienamente ristabilita – Mio caro Verdi salutatemi di cuore la s. Peppina e la s. Barberina, la Maria ed il bolognese, del quale spero rivedere da un chilometro da Alseno il suo faccione quando mi verrà a prendere in Settembre, dico il suo faccione sempre più ampio e maestoso. Addio ad.
vos. a Piroli
Tanti saluti anche al s. Ca...nonico; stavo per scrivere Cavaliere, ma non ci siamo ancora.
Note
- datata anche: [1874-1875]
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Giuseppe Piroli a Giuseppe Verdi, 1870
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