Corrispondenza

Giulio Ricordi a Giuseppe Verdi, 23/01/1888

Data

Data
Milano, 23 gennaio 1888

Luogo di destinazione

Luogo di destinazione
[Genova]

Tipologia

Lettera

Descrizione fisica

Un bifolio, tre facciate scritte.
Sulla prima facciata, impresa e intestazione a stampa del R. Stabilimento Ricordi.

Ubicazione presso il soggetto conservatore

Ubicazione
I-PAas

Trascrizione


                                                                                      Milano 23 Gennaio 1888
Illustre Maestro

          Mi affretto rispondere alla onoratissima sua d’jeri – Scrivo subito al traduttore tedesco per le modificazioni indicatemi, e farò correggere l’edizione non solo per le ristampe, ma anche nelle copie esistenti. 
     Circa all’Otello, Ella tocca un tasto grave e doloroso, che da parecchi mesi mi tiene agitato, pensando come sieno possibili infamie simili!!.. Io credo per certo ch’Ella si immaginerà che nulla ho lasciato di intentato per scoprire ove ed in qual modo si falsificano gli spartiti = ma che vuole!... anche taluni agenti teatrali tengono mano ai ladri, e non si riesce a farli cantare, neppure con promesse di danaro. Fu a Milano appositamente il nostro avv. o Deputato Panattoni, e si escogitarono tutti i modi possibili ed impossibili per vedere d’impedire tale ladreria e tale sfregio all’arte che si fa con partiture falsificate ed istrumentate: ma pur troppo le nostre leggi sono impotenti, e quelle Americane... non esistono. Ritornando da Napoli, mi fermerò espressamente a Roma per chiedere udienza al Ministro Guardasigilli, esporgli lo stato delle cose e vedere se non è possibile modificare la legge – Al Messico abbiamo mandato telegrammi, protestato... ma senza avere alcuna soddisfazione – Temo che colle leggi attuali, nulla si possa ottenere a Buenos-Ayres: ma Ella dice giustamente: bisogna colpire il ladro colla pubblicità: ciò in parte si è già fatto: telegrafai al Console Italiano e scrissi al Console Argentino di Genova, il quale pare abbia preso la cosa molto a cuore – Ma v’è ancora un passo da fare, che sarebbe forse decisivo, ed è ch’Ella mandi un telegramma colà: credo che a tutela della di Lei creazione d’Arte Ella abbia tutto il diritto di farlo, e se Ella entra in tal ordine di idee, avrei concertato un telegramma del tenore seguente:
     S.E. Presidente Repubblica Argentina — Buenos Ayres – Onde evitare inganno pubblico oltraggio arte pregiomi avvertire V.E. riconosco mio solo Otello concesso Impresa Ferrari da Editore Ricordi unico proprietario.
                                                                                                                Verdi
     Se non è smarrito qualunque senso morale, ciò dovrebbe avere gran peso: mi pare impossibile che l’Autorità argentina si presti a sovvenzionare un ladro!!...
     Urgendo spedire tale telegramma, s’Ella lo approva mi telegrafi pure semplicemente: Mandate: ed io farò immediatamente spedire il dispaccio
     Si vera sunt esposita, pare che queste copie false, strumentate da un maestro di Firenze, si vendano 7,000 lire cadauna! ... C’è da fare un travaso di bile!!...
     Della sua lunga lettera mi vendico, rispondendogliene una ancora più lunga: faccia pure altrettanto, che non ho mai tanto guadagnato come col tempo ch’Ella chiama perduto!!!! colle sue graditissime lettere –
     Ancora e sempre anche alla Siga Peppina, ossequi cordiali e l’affermazione di tutta la mia gratitudine.
                                                                                           Dmo Suo
                                                                                                       Giulio Ricordi

Note

Già in I-BSAv.
Minuta in I-Mr, CLET000505 («Copialettere» di Giulio Ricordi, vol. 1, pp. 14-16).

Posseduto Insv
Fotocopia (n. 132/41).

Bibliografia
Carteggio Verdi-Ricordi 1886-1888, a cura di G. Carrara Verdi, F. Cella, M. Conati, G. De Van, P. Petrobelli, Parma, Istituto nazionale di studi verdiani, 2010, pp. 271-272.

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Giulio Ricordi a Giuseppe Verdi, 23/01/1888

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