Corrispondenza

Giulio Ricordi a Giuseppe Verdi, 02/05/1887

Data

Data
Milano, 2 maggio 1887

Luogo di destinazione

Luogo di destinazione
[Busseto]

Tipologia

Lettera

Descrizione fisica

Un bifolio, tre facciate e sette righe scritte.
Sulla prima facciata, impresa e intestazione a stampa del R. Stabilimento Ricordi.

Ubicazione presso il soggetto conservatore

Ubicazione
I-PAas

Trascrizione


                                                                                        Milano, 2 Maggio 1887.
Illustre Maestro.

          Ricevo la stimata sua d’jeri, cui rispondo indirizzando a Busseto come Ella mi indica — e pregandola a dirmi se sta bene che proponga subito la Pantaleoni per Brescia, come le accennai nella precedente mia – Quando Ella trovò, e giustamente, insufficiente per voce la Bellincioni, non rimaneva infatti che la Pantaleoni, libera da impegni: ma chi prevedeva lo stato suo, o di salute o di voce?... quando cantò due stagioni prima alla Scala, non era così e con tutti i suoi diffetti di intonazione, aveva una voce forte e penetrante, era sicura del fatto suo, né preoccupata evidentemente come ora: perciò, credetti in coscienza, poterle dire che non si sarebbe trovato di meglio fra le artiste disponibili — e ripeto, nessuno poteva prevedere, da un anno all’altro, le condizioni attuali – Ma certo non voglio, né devo discutere ora in proposito, e non posso che dire con Lei che nulla di meglio si possa trovare un’altra Desdemona; quindi non aspetto che la definitiva di Lei approvazione, per proporre a Brescia la scrittura della Pantaleoni – Fra le buone artiste per questa parte, credo riescirebbe la Teodorini, la quale però è sempre scritturata all’estero: e la Borghi-Mamo, se si riposasse, avrebbe tutte le qualità di talento e di voce per questa parte — è bruttina, è vero, ma in scena ha ragione lei!... e nessun altra, p.e.: riescì ad essere così affascinante nella parte di Elena nel Mefistofele, per la quale richiederebbesi pure una bella fisionomia!... così che, per me rimane un mistero come riescisse a far gridare d’entusiasmo!!... me compreso –
          Quanto alla Gioconda a Venezia, ho creduto far bene, telegrafando ai Corti, per sapere almeno se continuano o no le trattative colla Pantaleoni –
          Mi lasci dirle, Maestro, che sono mortificatissimo e dolente assai per quanto Ella mi scrive riguardo a Napoli!... Ma come può credere, anche per un solo momento, che chiunque della Casa, avrebbe preso il minimo impegno, senza il di Lei permesso?... Quando il Villani concorse al San Carlo, e chiese di progettare l’Otello, io ne feci parola subito a Lei, qui in Milano durante la sua dimora: Ella non si oppose, solo avvertendo della necessità di un assoluto miglioramento delle masse e rammentando l’obbligo del diapason: e ciò fu fatto in questo senso che autorizzando il Villani a proporre l’Otello, si facevano tutte le riserve riguardanti l’esecuzione, si imponeva l’obbligo del diapason, e della riforma delle masse; in ogni telegramma poi al Villani, durante le trattative, non mancai di battere e ribattere su queste condizioni assolute, senza di non si sarebbe concluso nulla – So benissimo non solo gli obblighi effettivi, ma anche quelli morali, per me ancora superiori ai primi, pei quali nessun impegno si prenderebbe per Otello, senza prima interpellare Lei: e così fu fatto per Napoli e se si rammenta si discorse persino del Maestro Gialdini, pel quale, Ella disse essere necessario udisse l’opera in teatro: e così fu fatto, essendo egli andato a Roma.
          Del resto, ora che il teatro fu a lui deliberato, il Villani verrà a Milano: sentirò da lui quale sia il progetto riflettente le masse, e mi farò premura di informarla subito. Ella vedrà se è sufficiente, quale garanzia offra, quali modificazioni necessarie, e si faranno: e se non si faranno, tanto peggio per l’Impresa – Certo questa dell’Otello è la sola circostanza che permetta di riuscire a qualche cosa di bene anche pel San Carlo = mi rammento i successi del Don Carlo e dell’Aida!!... ma è vero che allora v’era presente un certo tale, che fa camminare dritti gli storpî e vedere i ciechi!... Ma Lei, che lo conosce così bene, saprà pure se sia possibile entrare in un simile progetto!!...??....
          Debbo, pur troppo, assentarmi per due giorni, non avendo potuto esimermi dai reiterati inviti di Firenze: ma sarò di ritorno Mercoledì sera, e così di nuovo pronto a’ suoi ordini, che aspetto ansiosamente – Intanto le auguro farmi sapere che ha fatto buona dimora a Sta Agata, pregandola dirmi altresì quando sarà di ritorno a Genova e se vi rimarranno ancora qualche tempo.
          Accolga, Maestro, i sensi di tutta la mia devozione ripetendomi sempre suo gratissimo e
                                                                                                   D°
                                                                                                    Giulio Ricordi
L’incisore di Lipsia mi chiede i
fascicoli del 2° Atto, stati ora sospesi:
rispondo che per ora completi 3° e 4°,
e più tardi manderò la fine del 2°.

Note

Già in I-BSAv.

Posseduto Insv
Fotocopia (n. 132/22)

Bibliografia
Carteggio Verdi-Ricordi 1886-1888, a cura di G. Carrara Verdi, F. Cella, M. Conati, G. De Van, P. Petrobelli, Parma, Istituto nazionale di studi verdiani, 2010, pp. 202-203.

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Giulio Ricordi a Giuseppe Verdi, 02/05/1887

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