Jeri a mezzo della Posta ho ricevuto il vostro telegramma diretto alla Corce Bianca, che domandava della mia salute. Ritengo che intanto visarà giunta la lettera che vi ho scritto direttamente a S. Agata da Roma. COme vi ho scritto, preoccupato della grave indisposizione che mi colse la notte del 16-17 (e che era più aggravata appunto nell'ora che avrei dovuto mettermi nel treno per Alfeno) mi risolsi a ritornare direttamente a Roma pauroso di trovarmi malato in un Albergo e lontano dalla famigli. Ma ritornato a Roma mi trovai assai meglio i gravi disturbi che mi tormentavano sono cessati, e spero che potrò continuare a sopportare i minori che ora mai temo incurabili. Intanto deploro di aver dovuto rinunziare alla Vostra Ospitalità; chi sa che prima che cessi l'anno corrente non mi sia tolto di potervi abbracciare!! Chi sa! [...]
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