Grazie dei telegrammi. Spiacemi di non avervi visto al vostro ritorno. –
Da un’anno e cinque giorni Otello mi tormenta e mi secca. Ora son seccato da Veimar. Voi già sapete di che si tratta. L’Intendente mi scrive che si tratta di una città di 25,000 anime e che non avendo grandi risorse non può oltrepassare quanto vi ha offerto: — Cioè — voi già la sapete!. Mi prega d’interessarmi presso Voi.! – Cosa potete fare Voi? Scrivetemi l’ultima vostra parola onde io possa dirgli qualche cosa.
Non temete, che io possa darvi consimili seccature, in avvenire. Non è il mio genere. Questa volta non ho potuto, o, dirò meglio, saputo dire di nò... Di fretta Ad
G. Verdi
Note
Timbri della Biblioteca Palatina di Parma sull'originale.
Posseduto Insv
Fotocopia (n. 150/04).
Bibliografia Carteggio Verdi-Ricordi 1886-1888, a cura di G. Carrara Verdi, F. Cella, M. Conati, G. De Van, P. Petrobelli, Parma, Istituto nazionale di studi verdiani, 2010, p. 273