Corrispondenza

Giuseppe Verdi a Giulio Ricordi, 29/04/1887

Data

Data
Genova, 29 aprile 1887

Luogo di destinazione

Luogo di destinazione
Milano

Tipologia

Lettera

Descrizione fisica

Un bifolio, cinque facciate scritte, con busta affrancata (20 cent.).

Ubicazione presso il soggetto conservatore

Ubicazione
I-PAc

Indirizzo (busta)

Comm: Giulio Ricordi / Stabilimento Musicale /Milano

Timbri postali

GENOVA FERROVIA / 29 / 4-87 / 7S
MILANO / 30 / 4-87 / 5M

Trascrizione


                                                                                            Gen: 29 Aprile 1887
C. Giulio

     Muzio fù qui, e ripartì subito. Non vi è bisogno di Muzio, per sapere cos’è la Gabbi. Una Desdemona mediocre. Niente di più... Tutto lo prova.
     In questi ultimi tempi pensavo s’era possibile trovare una Desdemona a modo mio, ed il pensiero alla correva alla Teodorini, alla Borghi Mamo alla Ferni et et.: ma prese le debite informazioni da tutte le parti risulta “Talento : voce . Impossibili tutte per la parte di lo sapete Desdemona. – Chi resta? La Tetrazzini? – La Cattaneo? La Damerini? Pezzi di legno, impossibili a rendere quella parte tanto poetica; troppo poetica per dei tozzi di carne senza talento. Resterebbe la sola Gabbi! Sola, e mediocre! ed io, in tanta scarsità e malgrado tutto, ripeto ancora, la Pantaleoni. Non è il mio ideale per  Desdemona, e questo l’ho detto sempre anche quando Voi me ne facevate molti elogi, ma infine ha delle qualità che le altre non hanno. Ora dumque (ammettendo però sempre che si rimetta in salute) io credo che sarebbe utile anche per l’Otello di farla scritturare a Brescia. Là tutto è in modeste proporzioni. Non vi sono colossi che possano schiacciarsi l’un l’altro. Oxila, Leehrie, Pantaleoni formano un tutto equilibrato. La Pantaleoni poi a Brescia è un’autorità, e potrebbe darsi benissimo che là avesse il primo successo. Voi parlate di stonazioni! Ma ha sempre stonato; e ciò non ha mai impedito i successi. Più scritturando la Pantaleoni per Brescia si riparerebbe ad un atto crudele che le circostanze forse domandavano, ma in ogni modo fù atto crudele che si poteva e si doveva risparmiare o mitigare!
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     Voi vi fidate e giudicate nel sentire in stanza delle Voci?!! Io per me non vi ho mai capito niente!
     A me poco importa, che i Corti ritornino o nò alla Scala. Non saranno forse peggiori degli altri; ma è certo, più che certo che anche loro non sanno formare le compagnie, preparare gli spettacoli, né formare un programma. Questo è avvenuto l’anno passato: Lo stesso è succeduto quest’anno! Si sono salvati, è vero... ma proprio proprio, Essi non ne hanno nissun merito!
     Io vorrei che Otello a Napoli andasse a monte – Siete molto in errore, se credete che da qui al Carnevale potrete ottenere delle riforme. Io conosco molto bene quel paese. Gli ostacoli sono tanti, che una riforma è impossibile! Fatevi sovvenire le esecuzioni della Messa e del Mefistofele!.. Proprio causa le masse!– Che bisogno vi è d’altronde di dare Otello a Napoli? Andate adagio coi, così detti, primarj Teatri, che hanno molte pretese, e mezzi insufficienti. Alla Scala stessa non tutto era bene... Decorazioni mal intese, mise en scene mal regolata... Il fuoco di gioja... Il Bastimento La tempesta et et. meschini assai assai... e poi e poi! – Povero Otello! Deploro, che sia venuto al mondo... Del successo? Cosa me ne importa! Amen.
     Rispondetemi subito perché Lunedì andrò probabilmente a St Agata.
     Ad Ad
                                                                                                             G. Verdi
P.S. Peppina và regolarmente. È alzata e vi saluta.
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P.S. M’ero dimenticato il fascicolo Atto II Otello! Farò, farò... benché a malincuore!

Note

Timbri della Biblioteca Palatina di Parma sull'originale.

Posseduto Insv
Fotocopia (n. 149/71).

Bibliografia
Carteggio Verdi-Ricordi 1886-1888, a cura di G. Carrara Verdi, F. Cella, M. Conati, G. De Van, P. Petrobelli, Parma, Istituto nazionale di studi verdiani, 2010, pp. 198-199.

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Giuseppe Verdi a Giulio Ricordi, 29/04/1887

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