Corrispondenza
Giulio Ricordi a Giuseppe Verdi, 18/08/1886
Data
- Data
- Milano, 18 agosto 1886
Luogo di destinazione
- Luogo di destinazione
- Sant'Agata
Tipologia
- Lettera
Descrizione fisica
- Due bifolii, sei facciate scritte.
Ubicazione presso il soggetto conservatore
- Ubicazione
- I-PAas
Trascrizione
Milano, 18 Agosto 86.
Ille Maestro.
Eccomi di ritorno ai patrii lari, ben bagnato, ben ramato, arsenicato, ossidato, ecc. ecc. – Scherzi a parte, la cura di Levico, come già lo scorso anno, mi ha giovato moltissimo – e così pure a mia moglie e Ginetta = abbiamo poi avuto la consolazione di abbracciare il resto della nostra famiglia in ottima salute: così da questo lato eccoci a posto –
Come le ho scritto, mandai a Brescia una lettera a Faccio, non solo, ma passando nel ritorno appunto per Brescia gli ho anche parlato: e qui poi trovai una lettera di N° otto pagine in risposta alla mia – Io avevo già preveduto, illustre Maestro, l’impaccio in cui si trovava Faccio! (la rima è un di più) e come innanzi a lei, per naturale riserbo, e per più che naturale soggezione, non volesse avventurarsi in troppo esplicite affermazioni – Egli mi disse che se la Pantaleoni ha figurato in parti drammatiche, si è che per combinazione le opere nuove erano in tale stile – La sola nuova, in cui interpretò un carattere di giovanetta dolce, ingenuo affettuoso fu Le Villi, il cui successo alla Scala, ed è vero, lo si deve alla Pantaleoni; le altre parti essendo mediocri – Da parte mia sono certo che questa artista la soddisferà, giacché ha una grande intelligenza ed intuizione musicale = di più, ha avuto il talento di non accettare più alcun contratto, onde trovarsi alla Scala fresca di voce, e ciò prova quanto comprenda l’importanza dell’impegno assunto – Insomma, e per ciò che verbalmente mi disse il Faccio e per ciò che mi scrisse, mi pare che Ella possa fare quanto già aveva ideato, cioè far vedere la parte alla Pantaleoni, senza timore di trovarsi poi in una di quelle posizione delicate e seccanti, ch’è bene schivare.
Al caso poi, Maestro, mi comandi = le propongo quanto segue, ben inteso perché so che ove non approvasse, me lo direbbe francamente, non essendo il caso di fare qualsiasi complimento –
Crede Ella che, sia per levare quella piccola gêne di un primo incontro, sia per tener su un poco il morale della Signora Pantaleoni, l’accompagni costì io stesso, quand’Ella lo crederà opportuno?... ben inteso che io me ne anderò poi subito –
Crede Ella che venendo poi un’altra volta a mostrarle i figurini, sia accompagnato dall’Edel?... occorrendo modificazioni, cambiamenti, può l’Edel stesso segnarli al momento di presenza e così rimarrebbe facilitato il compito –
Queste sono le proposte che oso farle, perché ripeto, se in qualche cosa la disturbano, Ella non ha che a dirmi: no – faremo così e così – e tutto andrà benissimo – La conclusione è sempre questa: sono interamente a’ suoi comandi –
Non le dirò poi che cosa mi scrive Faccio delle impressioni avute!!!... e con quali commosse parole egli mi dica dell’Otello!... queste cose val meglio lasciarle nella penna, ma non lascio nella penna i cordiali, cordialissimi saluti di cui mi incaricò Giuditta per Lei e la Signora Peppina e tanto meno lascio nella penna i miei saluti per entrambi e l’affermazione dei più alti sentimenti di devozione e riconoscenza
Suo Obbmo
Giulio Ricordi
Note
- Già in I-BSAv.
Posseduto Insv
Fotocopia (n. 131/66)
Bibliografia
Carteggio Verdi-Ricordi 1886-1888, a cura di G. Carrara Verdi, F. Cella, M. Conati, G. De Van, P. Petrobelli, Parma, Istituto nazionale di studi verdiani, 2010, pp. 57.
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