Corrispondenza
Giuseppina Strepponi e Giuseppe Verdi a Giuseppina Negroni Prati Morosini, 04/06/1886
Data
- Data
- Busseto 4 Giugno 1886
Luogo di destinazione
- Luogo di destinazione
- Milano
Tipologia
- Lettera
Descrizione fisica
- Un bifolio, quattro facciate scritte, con busta affrancata (20 cent.).
Sulla busta, di mano di Giuseppina Morosini: «1886 – Giusa Verdi / con parole di Verdi»
Ubicazione presso il soggetto conservatore
- Ubicazione
- I-Ms
- Collocazione
- Casati CA 8099
Indirizzo (busta)
- Sig.ra Giuseppina Negroni - Prati - Morosini / Palazzo Negroni Corso Porta Venezia / Milano
Timbri postali
- BUSSETO / 5 /GIU / 86
Trascrizione
Busseto 4 Giugno 1886
Cara Signora Peppina,
La Posta fu una grande invenzione! La madre di Bellisomi ed imitatrici gran donne di spirito! La carta poi, che possiede l’inapprezzabile qualità di non poter arrossire, è una vera benedizione... per me!
Grazie a questa preziosa trinità, posso farmi coraggio, per rispondere a quel tal biglietto trovato a Genova di ritorno da Parigi e rimasto sepolto nell’enorme Chaos delle carte di Verdi.
Ch’io sia una gran poltrona, Ella lo sa da tempo: ma ch’io sia pure talvolta una gran – via diciamolo – una gran rusticona, me lo dico da me stessa, ed Ella lo avrà detto, “magari sottovoce”, ma lo avrà detto in questa circostanza.
Supponiamo dunque, ch’Ella m’abbia già strappazzata, perdonata e malgrado la bellezza di questo ritardo, voglia accogliere colla sua solita bontà, i miei augurj, come se glieli avessi fatti il 19 Marzo! Disgraziatamente, ho sempre avuto poco garbo, per tutte le cerimoniose abitudini sociali di augurj ad epoca fissa, di visite, di complimenti etc. ma il cuore, proprio non è cattivo; tanto è vero, che non ho mai augurato male neppure ai miei nemici, ed anche i minimi non ne mancano! Si figuri poi, alla Peppina Negroni, ad una delle più sincere, stimabili ed antiche amiche di Verdi, al 19 Marzo e sempre, io non potrei augurare che del bene, e sotto tutte le forme desiderabili! M’allunghi dunque la sua zampetta, ch’io allungo la mia (già annerita dal sole di questa balorda Primavera) mi perdoni e facciamo pace!
Noi fummo per 48 ore a Milano, dove Verdi aveva affari da sbrigare. Il tempo come vede, era molto stretto ed oltre a ciò, noi ignoravamo ch’Ella fosse in Milano.
Verdi è spiacente di non averla veduta con Annetta e le saluta entrambi di cuore.
Sento, che presto andranno nella loro amena Vezia; noi siamo, non nell’amena, ma nella quieta “fin troppo quieta” St Agata.
Andremo, credo, a Montecatini, ma in qual momento, non è ancor deciso. Per me, quella cura è ottima; è pure buona per Verdi, perché dice = Si mangia molto bene! Io nella mia qualità di rusticona, sono nel mangiare di più facile contentatura.
Speriamo di vederci nel venturo Inverno. Mi saluti intanto la Signora Annetta e Lei, cara Signora Peppina mi creda con affetto e stima
Di Lei
Devotma Peppina Verdi
Dopo quanto ha scritto mia moglie, non mi resta che far un’atto di contrizione, e mandare a Lei e ad Annetta i miei cordialissimi saluti.
aff
G. Verdi
Note
- –
Posseduto Insv
Fotocopia (n. 60/51)
Bibliografia
Carteggio Verdi-Morosini, a cura di Pietro Montorfani, apparati critici di Giuseppe Martini e Pietro Montorfani, Parma, Istituto nazionale di studi verdiani, 2013, pp. 193-194, n. 138
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Giuseppina Strepponi e Giuseppe Verdi a Giuseppina Negroni Prati Morosini, 04/06/1886
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