Corrispondenza

Giulio Ricordi a Giuseppe Verdi, 19/01/1886

Data

Data
Milano, 19 gennaio 1886

Luogo di destinazione

Luogo di destinazione
[Genova]

Tipologia

Lettera

Descrizione fisica

Due bifolii, otto facciate scritte; sulla prima facciata di ogni bifolio, impresa e intestazione della Ditta Ricordi.

Ubicazione presso il soggetto conservatore

Ubicazione
I-PAas

Trascrizione

                                         
                                                                                          Milano 19 Gennaio 86 
     Ille Maestro
          Ho l’onore di rispondere alla sua d’jeri: e poiché Ella è tanto gentile di entrare in materia con me, mi faccio ardito ad esporle le mie considerazioni... per quel che valgono... mentre non mi sarei mai azzardato di farlo senza ch’Ella mi accennasse prima. Se sapesse, Maestro, da quanto tempo vado ruminando nella mia povera testa, tutto ciò che occorrerebbe se si avverasse quel fortunato avvenimento che noi tanto desideriamo e che desidera proprio tutto il mondo!... Basta... su ciò, però Ella consideri che io non parlo che per induzioni, e se dico delle bestialità non me ne faccia carico.
     Anch’io ho pensato che i soli due tenori possibili sieno o Masini, o Tamagno = ma propendevo per quest’ultimo considerando che, tutto sommato, Otello deve pendere verso la forza e la violenza – ma dopo quanto mi scrive, sono a farsi altre osservazioni. Certamente Masini per dolcezza di canto supera mille miglia il Tamagno: ma si rammenterà che i suoi si, ed anche se vuolsi i sib, sono un po’ velati, un po’ deboli: io però da molti anni non l’ho più udito, e non so se ha ancora quella deficienza: m’impensieriva anche il fatto che pel Masini era un debutto alla Scala, complicato colla doppia trepidazione di un primo presentarsi e della immensa responsabilità – È vero che da Lei istruito, sarebbero corretti quei diffetti e quelle bizzarrie che il Masini mette per suo conto nell’interpretare le opere: quindi per questo motivo è ancora preferibile un franco debutto adirittura, che non esporsi a giudizi preventivi.
     Ma circa a Tamagno ho osservato delle singolari anomalie: giacché alcune volte non è riescito a fraseggiare come Ella mi dice nella sua lettera; mentre altre volte lo faceva: siccome le scrivo di sera, così solo domattina le spedirò due pezzi ch’Ella potrà guardare (e li spedisco perché non li avrà di certo) e che ho uditi eseguire assai bene dal Tamagno, senza sforzo di voce e con dolcezza: è la romanza del Profeta e quella del Figliuol prodigo – Dalla tessitura le sarà possibile fare un confronto: questi pezzi li ho uditi colle mie orecchie, e con grande sorpresa, non credendo Tamagno capace di giungere a tanto – Quanto all’Impresa essa è al certo indifferente di scritturare Tamagno o Masini, perché come spesa... saremo allo stesso livello, ed all’Impresa null’altro importa che di accontentar Lei – Tamagno, per combinazione, credo parta stassera o domattina per Madrid: ed è circa un mese che si trova a Milano: che peccato, perché senza alcun genere di compromissione era un quesito bell’e sciolto!!... abordando francamente la quistione con lui stesso.
     E poiché si parla di artisti, Le rammento che Le chiesi se la parte di Desdemona era come quella d’Aida: e che mi rispose: meno drammatica. Ciò m’incoraggia a parlarle ancora della Teodorini e della Bellincioni – Sono due eccellenti attrici, ma la seconda vince la prima nella grazia, nello charme. La Teodorini ha certamente belle note basse: ma nel centro c’è un piccolo neo, perché le note sono deboli: poi riprendono belle e forti: insomma ha una voce certo più voluminosa della Bellincioni, ma nel complesso meno simpatica, meno fresca. Se si ottenesse per la Bellincioni un completo riposo per tutto l’anno fino al Dicembre, io credo si emenderebbero quelle poche deficienze ch’ora si rimarcano, oltreché la voce migliorerebbe in forza. Si ricorda, Maestro, cos’era la Waldmann, quando glie la feci udire?... ed ebbi il coraggio di farla udire a Lei, dopo un mezzo fiasco all’istessa Scala!... Trovò un’artista intelligente, alla quale corresse subito i diffetti, e diventò poi quell’impareggiabile cantante che tutti sappiamo. Nutro piena fiducia che così sarà della Bellincioni: io vorrei poterle dire: vuol sentirla costì a Genova, senza seccarsi a venire a Milano, od in teatro?... Sarebbe cosa facilissima a combinarsi, senza che alcuno lo sappia –
     Del resto Ella francamente ha esposto lo stato delle cose: se vorrà, o potrà finire Otello... si darà: ma nessun impegno per ora: l’Impresa è di ciò pienamente edotta e convinta: quindi Ella, Maestro, è in piena libertà e diritto di discutere, senza perciò impegnarsi concechessia: è certo però che studiando e preparando le cose di lunga mano, si potranno fare bene e come Ella è in diritto di volere: sopratutto risparmierà a Se stesso molte fatiche consecutive, ed a noi il grave dispiacere sia di vederlo faticarsi di soverchio, sia di non saperlo soddisfatto – Non ho bisogno ripeterle quale Sovrano assoluto possa considerarsi Verdi: e per amore di giustizia devo dire che alla Scala nessuno più addatti dei Corti che hanno idee grandi e giuste.
     Oggi il nostro ottimo Sindaco volle da me esatta relazione di quanto si fece a Genova, e gli esposi il vero stato delle cose, ch’esso trovò conforme a quanto già gli aveva riferito l’Impresa. Il Negri era gongolante di gioja alle speranze concepite: così gongolante che mezz’ora dopo essendovi seduta al Consiglio, parecchi Consiglieri rimarcarono lo straordinario buon umore del nostro Capo. Egli mi disse: “Ah!... se Verdi finisce e concede l’Otello, la nostra Scala è salva non solo, ma potrò farla entrare in una vera fase di prosperità!... Vinceremo anche i 3, o 4 sistematici oppositori, e faremo votare la dote per 10 anni!... Io spero che il Maestro riesca a tanto...
                                                              ______
     Le confermo la mia d’jeri: mi auguro buone notizie: abbiamo un tempo orribile, e da 10 ore nevica a più non posso!... I miei ossequi alla Signora Peppina e sempre a’ suoi ordini mi ripeto riconoscentismo
                                                                                                    Giulio Ricordi

Note

Già in I-BSAv.

Posseduto Insv
Fotocopia (n. 131/49).

Bibliografia
Carteggio Verdi-Ricordi 1886-1888, a cura di G. Carrara Verdi, F. Cella, M. Conati, G. De Van, P. Petrobelli, Parma, Istituto nazionale di studi verdiani, 2010, pp. 12-14

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