Corrispondenza
Gaetano Donizetti a Antonio Vasselli, 03/07/1843
Data
- Data
- Vienna, 3 luglio 1843
Luogo di destinazione
- Luogo di destinazione
- [Roma]
Tipologia
- Lettera
Trascrizione
Vienna 3 Luglio 1843
Allo stupendissimo
signor Antonio degli avvocati Vasselli
La signora Cristina Appiani viene in Roma, qual'aja dei figli del principe di Campagnano. Io la conobbi con carrozza e cavalli; la volontaria morte che si diede suo marito per il suo disordinato vivere, la mise col cul per terra, avendo due figli a mantenere, ed infiniti debiti da pagare. La è donna adorabile per ogni verso; educatissima, buonissima, infelice; ma sempre amabile. Ti raccomando di farle fa la conoscenza delle nostri mogli in casa, e di trattarla con tutta la tua solita bontà. L'averla io conosciuta in tempi floridi, mi fa ora pena estrema vedendola ridotta a guadagnarsi il pane per essa e figli.
Se la vedi far bella faccia al mio ritratto, non aver sospetti: ci conosciamo candidamente, e la farà perché ora le ho imprestate trecento lire austriache per fare il viaggio. Non dirglielo però. Ne' bei tempi era l'amica dell'amico Pedroni. Dessa stette fino ad ora aja dalle Pepoli Murat. Ora si farà romana: ti darà la mia lettera. Et satis de hoc.
Io parto fra otto dì: dunque nein réponse a questa che ti invio.
Finiron gl'Italiani con la Maria di Rohan, opera di quel ladro fottuto di tuo cognato. Atto I, replica cavatina Tadolini; atto II, replica romanza e terzetto finale. Le corone, i bouquets, le grida, le chiamate furon bastanti a saziarci.
Ciò che mi piacque fu sì che la corte imperiale stette per ben dodici minuti dopo, applaudendo sempre e facendomi uscire a più riprese. Ora tutto tace. Ieri partì Varesi per Milano; oggi Ronconi; domani la Tadolini, Salvi, ecc. Parto io pure con passaporto imperiale, colla mia carrozzella, colla mia uniformella, che mi costa più di duecento scudacci, colla mia operetta in cinque atti quasi a metà, col mio servitorello, e tocca via.
L'è una fatica buggerona, sai, quella di vivere e lavorar come faccio! Oh, ti giuro che non posso più. Sono sacrificato più di te! Bisogna che vada a spasso; che mi diverta; che accetti regali; che sia ben ricevuto; che ottenga tutto e presto ad un sol moto; che sia pagato anticipato anche quando sto via... Ah, ah, non ne posso più! La vecchia Maria di Rohan è dedicata ad un vecchio ballone più ballone di me.
Non vendere per qualunque prezzo quel pianoforte, che racchiude in sé tutta la mia vita artistica. Dal 1822 l'ho nelle orecchie; là mormorano le Anne, le Fauste, le Lucie, i Roberti, i Belisarii, i Marini, i Martiri, gli olivi, Aio, Furioso, Paria, Castello di Kenilworth, Diluvio, Gianni di Calais, Ugo, Pazzi, Pia, Rudenz... Oh, lascia che viva finch'io vivo!... Vissi con quello l'età della speranza, la vita coniugale, la solinga. Udì le miei gioie, le mie lagrime, le mie speranze deluse, gli onori... divise meco i sudori e le fatiche...
Colà visse il mio genio, in quello vive ogni epoca di mia carriera, di tua... o delle tue carriere. Tuo padre, tuo fratello, tutti ci ha visti, conosciuti, tutti l'abbiamo tormentato, a tutti fu compagno, e lo sia eternamente alla figlia tua qual dote di mille pensieri tristi e gai.
Di' tante cose alla mamma.
Saluta tutte le nostre donne. Saluta Ferretti se lo vedi, e digli ch'ebbi la lettera da Bazin. Avrai da Ricordi poco l'Offertorio ed il Miserere stampati. Parto contentissimo da qui per gli onori avuti, e ritornerò contentissimo per il buion essere. Se desti a S. E. il Nunzio qualche cosa per me, digli almeno che la conservi sino al mio ritorno.
Presentagli mes hommages. Il principe Borghese nol vedrò partendo. Ebbi la febbre ieri a notte. Oggi, cipolla, e a spasso.
Dio vi mantenga tutti bene.
Gaetano
Note
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Posseduto Insv
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