Corrispondenza

Arrigo Boito a Giuseppe Verdi, 02/12/1894

Data

Data
Milano, 2 dicembre [1894]

Luogo di destinazione

Luogo di destinazione
[Genova]

Tipologia

Lettera

Descrizione fisica

Un bifolio, quattro facciate scritte. da «fatto vedere» alla fine, scritto sulla seconda a quarta facciata, ruotato di 90° in senso orario.

Ubicazione presso il soggetto conservatore

Ubicazione
I-PAas

Trascrizione


                                                                                                                  2/11.
                                                                                                                 Milano
Caro Maestro.

            Se ripenso a Parigi mi pare che sia già passato un tempo infinito da quelle liete giornate! Ebbi notizie di Lei dal Giulio; durante il suo passaggio da Milano non ci siamo visti perché Lei mi credeva ancora sul lago di Como, dove ho passato una settimana ed io, ch'ero già ritornato, ignoravo la sua presenza.
Spero che la sua visita invernale fra noi non tardi molto ad effettuarsi e allora mi compenserò del nostro incontro fallito.
Sono stato finalmente a Parma dove ho udito delle buone esecuzioni del Palestrina: la Messa di Papa Marcello e alcuni Madrigali; ma fino a tanto che non udrò una esecuzione idealissima di quella musica, dove attraverso una perfetta fusione delle parti risalti lievemente, or quà or là, questa o quella voce che piú soavemente canta, preferirò godermi quei suoni colla mente e seguirli sulla partitura cogli occhi.
Una impressione d'arte veramente completa e profonda me la diede questa volta a Parma il Coreggio. Una sera nella chiesa di S. Giovanni mi hanno fatto vedere la cupola illuminata a luce elettrica. Le navate erano immerse nelle tenebre, in chiesa eravamo in tre: il Mariotti, Corrado Ricci ed io, ad un tratto tutto il dipinto dell'interno della cupola si rischiara al riflesso d'un centinajo di lampade Edison nascoste nel cornicione e quel sublime capolavoro apparisce come illuminato dal sole. Un vero miracolo. Mai la pittura mi aveva prodotta una emozione piú grande, neanche il Velasquez. Allora ho capito l'ammirazione che Lei ha pel Coreggio. E assolutamente necessario che Lei veda quella cupola in quelle condizioni di luce. Presto rischiareranno anche quella del Duomo piú meravigliosa ancora. Ci andremo tutti voglio che venga anche Camillo.
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Ho visto il dolce Massenet che mi ha parlato della sua visita a palazzo Doria. Non so come sia andato il Werter jer sera, non ho assistito alla rappresentazione.
Tanti buoni saluti alla Signora Giuseppina ed a Lei ed al Signor De Amicis.
A rivederci, spero, presto. 
                                                                                                     suo affmo
                                                                                                   Arrigo Boito

Note

Nonostante la lettera rechi la data «2/11» dal contenuto si evince sia stata scritta nel mese di dicembre.

Posseduto Insv
Fotocopia (n. 117/48)

Bibliografia
Carteggio Verdi-Boito, a cura di Marcello Conati, Parma, Istituto nazionale di studi verdiani, 2015, n. 253, pp. 342-343

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Arrigo Boito a Giuseppe Verdi, 02/12/1894

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