Corrispondenza

Arrigo Boito a Giuseppe Verdi, 16/03/1894

Data

Data
[Milano], 16 marzo 1894

Luogo di destinazione

Luogo di destinazione
Genova

Tipologia

Lettera

Descrizione fisica

Un bifolio, quattro facciate scritte, con busta affrancata (20 cent.).

Ubicazione presso il soggetto conservatore

Ubicazione
I-PAas

Indirizzo (busta)

Giuseppe Verdi / Palazzo Doria / Genova

Timbri postali

[MILANO] FERROVIA / [...] / [3-94]
[GE]NOVA / [1]7 / [3-]94 / [...]

Trascrizione


                                                                                                             16 Marzo.
Caro Maestro

     Jer sera il publico era diviso in tre partiti: quelli che s'annojavano e stavano zitti, quelli che s'annojavano e battevano le mani, quelli che s'annojavano e zittivano. Io mi annojavo e stavo zitto. La noja è una opinione, e jer sera era la mia.
Questo fior d'alpe è riescito una melensaggine sconclusionata e non vale la spesa dell'inchiostro a scriverne lungamente. Il Franchetti, che ha navigato bene col Cristoforo Colombo, s'è affogato in un bicchier d'aqua o per meglio dire ha voluto fare una tempesta in un bicchier d'aqua ed ha naufragato. molti naufragano così per la smania di voler straffare e di cercare nei proprj temi quello che non c'è e che non può esserci, midi à quatorze heures come dicono i francesi, i francesi che andremo a trovare tutti fra una diecina di giorni, dico tutti, cioè Lei, la Signora Peppina, Giulio ed io. E di primissima necessità che Lei ci venga.
Io so (me lo ha detto Solanges che lo sa da chi ha assistito alle prove) so che lo studio del Falstaff procede benissimo dal punto di vista musicale, puramente musicale, ma che l'interpretazione della commedia è del tutto assente. E si capisce che dev'essere così.
Quel teatro ha delle tradizioni accademiche assai corrette ed eleganti e sentimentali che nessuno osa infrangere. Guglielmo Shakespeare fra quei Signori deve produrre l'effetto d'un leone scatenato in un negozio di figurine di Saxe. Salviamo le porcellane! questo sarà il sentimento istintivo di quei Signori; e per salvarle saranno obbligati a ridurre all'impotenza il nostro leone.
Attenueranno tutto, gli accenti, le inflessioni, i gesti, le mosse, le parole, i baci, le busse, le risa, l'allegria, la vivacità, la forza, la potenza, la gioventú, la follia, l'effervescenza di tutta quell'opera e il pubblico assisterà ad uno spettacolo molto diverso di quello che Shakespeare aveva ideato, di quello che ha realizzato Lei, di quello che vogliamo noi tutti.
Shakespeare aspetta ancora d'essere presentato alla Francia, aspetta una mano possente che abbia la forza e la sicurezza d'indicarlo e di mostrarlo qual'è.
Questa mano, Maestro, non può essere che la sua; la missione è altissima e degna di Lei. Dunque: non piú parole che qui sciupiamo la luce del sole.
Il meglio sarebbe di partire tutti quanti assieme il 28. Ci troviamo a Torino. Giulio penserà a tutto, penserà a trovarci un coupé salon, penserà a darci da dormire in viaggio così morbidamente come in casa nostra, penserà a farci mangiare e a darci da bere. Chiacchiereremo, rideremo e sarà una gita deliziosissima. E detto. Ma il tempo stringe e bisogna andar d'accordo per telegrafare all'Hotel.
Tante cose alla Signora Peppina.
Saluti affettuosi del suo
                          ArrigoBoito
A rivederci in viaggio tutti quanti.

Note



Posseduto Insv
Fotocopia (n. 117/44)

Bibliografia
Carteggio Verdi-Boito, a cura di Marcello Conati, Parma, Istituto nazionale di studi verdiani, 2015, n. 236, pp. 324-325

Media

Arrigo Boito a Giuseppe Verdi, 16/03/1894

Relazioni

Appartiene a