Corrispondenza

Arrigo Boito a Giuseppe Verdi, 19/03/1893

Data

Data
[Milano], 19 marzo [1893]

Luogo di destinazione

Luogo di destinazione
Genova

Tipologia

Lettera

Ubicazione presso il soggetto conservatore

Ubicazione
I-PAas

Indirizzo (busta)

Giuseppe Verdi / Palazzo Doria / Genova

Timbri postali

MILANO FERROVIA / 19 / 3-93
GENOVA / 20 / [3-93] / 7M

Trascrizione


                                                                                                              19 Marzo
Caro Maestro.
         Augurj di bene a Lei e alla Signora Giuseppina, alla Signora Giuseppina ed a Lei.
I nostri buoni Milanesi sono diventati oramai tutti cittadini di Windsor e passano la loro vita all'albergo della Giarrettiera e in casa di Ford e nel Parco, Io non ricordo, e credo che non si sia visto mai, un'opera la quale abbia saputo penetrare come questa nello spirito e nel sangue d'una popolazione. Da questa trasfusione di gioja, di forza, di verità, di luce, di salute intellettuale deve derivarne un gran bene all'arte ed al publico.
Bisogna fare in modo che questa cura rigeneratrice si estenda anche altrove e specialmente fra quei degeneratissimi Romani di Roma. Giulio ed io siamo convinti che questa volta la presenza di Lei alla Capitale sia per molte considerazioni opportunissima. Giulio mi prega di manifestarle questa nostra opinione ed io non mi faccio troppo pregare e gliela manifesto. Una forma d'arte novissima com'è questa del Falstaff non deve essere abbandonata dall'autore dopo un primo esperimento per quanto questo abbia dato dei risultati prodigiosi. Lei oggi non è soltanto il Maestro è il Medico (non glielo dica alla Signora Peppina) è il Medico dell'Arte. Oggi Milano è interamente purificata da ogni caligine oltramontana.
Ma dopo il risanamento di Milano bisogna procedere al risanamento della Capitale e perché il rimedio operi perfettamente è indispensabile la presenza del sanitario.
Il Falstaff si presenterà a Roma in un ambiente nuovo, con un orchestra nuova e con due varianti importantissime da regolare.
Creda, Maestro, la sua presenza è necessaria.
Io non ho detto questo per l'Otello ma lo dico ora perché la manifestazione del Falstaff è ancora, e di molto, superiore a quella dell'Otello, è una vera rivelazione e non bisogna abbandonare il publico di Roma e lasciarlo solo davanti a questa opera d'arte cosí profondamente nuova. E poi molte altre considerazioni d'opportunità mi persuadono a desiderare ardentemente la sua presenza alla Capitale, considerazioni che qui non dico ma di cui sento il significato giusto ed eloquente nel mio pensiero.
La chiacchierata è finita.
La traduzione va avanti bene. molto meglio che nel primo atto.
I miei affettuosi saluti a Lei ed alla Signora Giuseppina
                                                                                                               suo
                                                                                                            A. Boito

Note



Posseduto Insv
Fotocopia (n. 117/37)

Bibliografia
Carteggio Verdi-Boito, a cura di Marcello Conati, Parma, Istituto nazionale di studi verdiani, 2015, n. 220, pp. 300-301

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Arrigo Boito a Giuseppe Verdi, 19/03/1893

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