Corrispondenza

Arrigo Boito a Giuseppe Verdi, 07/04/1890

Data

Data
Milano, [7 aprile 1890]

Luogo di destinazione

Luogo di destinazione
Genova

Tipologia

Lettera

Descrizione fisica

Un bifolio e un foglio, cinque facciate scritte, con busta affrancata (20 cent.). Sul recto della busta, di altra mano: «lunedì 7-4-90 t. p.».

Ubicazione presso il soggetto conservatore

Ubicazione
I-PAas

Indirizzo (busta)

Giuseppe Verdi / Palzzo Doria / Genova

Timbri postali

MILANO / 7 / 4-90

Trascrizione


                                                                                                               Lunedì.
                                                                                                                   Milano.
Caro Maestro

         Avrei tante cose da dirle ma il tempo stringe e la lettera sarà breve. – Il povero Faccio ritorna domattina a Milano. Il Dottore di Gratz non l'ha voluto ammettere nel suo Stabilimento ed ha consigliato di ricondurlo a Milano e di collocarlo in una casa di salute. – In questi ultimi giorni ha peggiorato.
Eccomi da capo a fare la via crucis, per lui, dei medici e degli avvocati. Pure sono contento ch'egli ritorni fra noi.
Non è affatto vero che sua sorella sia venuta a Milano. A casa di Faccio mi hanno assicurato che non fu vista neanche per un ora. La casa è oggi tal quale era quando è partito. Meno male. Abbiamo esagerato i sospetti. Il Dina, col quale ho parlato jeri, mi offre tutto il suo appoggio. Per ciò che risguarda gl'interessi materiali non c'è più nulla da temere.
Parliamo d'altro. – Jer sera ho udito il D. Pasquale. – Va bene. Mi pare d'aver riconosciuto un buon Ford e una buona gaja comare in quella che faceva la parte di Norina. – La voce del basso è bella, è giusta e sana e giovane. L'individuo mi pare intelligente, bisognerà che si liberi dalle vecchie tradizioni dei buffi italiani che nel D. Pasquale vanno bene ma che nel > Ford sarebbero una bestemmia.
E adesso le chiedo un favore: Arriverà oggi o domani a Genova un certo Signor Rouillé-Déstranges, francese ma di quei buoni, che mi diede prove di cordialità disinteressatissima quando si diede il Mefistofele a Nantes; non lo conosco di persona, ma solo per lettere e dalle sue lettere mi sono accorto della bontà dell'uomo. Questo Signore desidera fervidamente conoscere Lei, cioè essere ammesso per qualche minuto nel salotto di Palazzo Doria.
Saranno oramai cento le persone che mi hanno pregato di questo favore, l'ho negato a tutte. Ma a questo buon francese non mi dà il cuore di negarlo. Egli non ha nulla da chiederle, vuole solo presentarle i suoi omaggi, non so se sia musicista, ma so che intende profondamente e largamente le cose dell'Arte. La prego di dirmi o con un dispaccio o con un biglietto se Lei permette ch'io annunci al Signor Rouillé-Destranges che il favore ch'egli chiede gli è accordato. – In questo caso telegraferei all'Hotel de la Ville (dove sarà alloggiato oggi o domani) la buona notizia. Credo che si fermi a Genova qualche giorno.
Tanti buoni saluti alla Signora Giuseppina
Un'affettuosa stretta di mano
                                                                                                          A. Boito

Note



Posseduto Insv
Fotocopia (n. 117/4)

Bibliografia
Carteggio Verdi-Boito, a cura di Marcello Conati, Parma, Istituto nazionale di studi verdiani, 2015, n. 161, p. 2329

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Arrigo Boito a Giuseppe Verdi, 07/04/1890

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