Corrispondenza
Arrigo Boito a Giuseppe Verdi, 09/07/1889
Data
- Data
- [Milano], 9 luglio [1889]
Luogo di destinazione
- Luogo di destinazione
- [Sant'Agata]
Tipologia
- Lettera
Descrizione fisica
- Un bifolio, tre facciate e quattro righe scritte (ordine di compilazione: 1a, 3a, 2a, 4a).
Ubicazione presso il soggetto conservatore
- Ubicazione
- I-PAas
Trascrizione
Lettera 2a 9 Luglio
Caro Maestro. Lei vede qui due lettere, non ho dato alla Posta la prima perché ho pensato che dovevo aspettare quella che Lei m'annunciava. Poi ho voluto aspettare ancora per rispondere ai suoi dubbj. Dopo 24 ore le rispondo; il mio pensiero è maturo. Sta il fatto che non penso mai alla sua età né quando le parlo, né quando le scrivo, né quando lavoro per Lei.
La colpa è sua.
Io so che l'Otello ha poco più di due anni e che mentre le scrivo si fa intendere come deve ai compaesani di Shakespeare. Ma c'è un ragionamento più forte che non sia quello dell'età ed è questo: S'è detto di Lei dopo l'Otello: "è impossibile finir meglio!"
Questa è una gran verità che racchiude una grande e rarissima lode. Questo è il solo argomento grave. Grave pei contemporanei, non per la Storia la quale vuol valutare anzitutto il valore essenziale degli uomini - Pure è raro assai di vedere conchiusa una vita d'arte con una vittoria mondiale. L'Otello è questa vittoria. Tutti gli altri argomenti: età, forza, fatica sua, fatica mia ecc. ecc. non valgono e non sono degli ostacoli ad un nuovo lavoro - Poiché Lei mi sforza a parlarle di me le dirò che non ostante l'impegno che assumerei col Falstaff potrò terminare il mio lavoro nel termine promesso – Ne sono sicuro. – Passiamo agli altri dubbi.
Lo scrivere un opera comica non credo che la affaticherebbe.
La tragedia fa realmente soffrire chi la scrive, il pensiero subisce una suggestione dolorosa che esalta morbosamente i nervi. Ma lo scherzo e il riso della commedia esilarano la mente e il corpo.
"Un sorriso aggiunge un filo
alla trama della vita"
Non so se questo sia il periodo esatto del Foscolo, ma è certo una verità.
Lei ha una gran voglia di lavorare, questa è una prova indubbia di salute e di potenza. Le Ave Marie non le bastano, ci vuol dell'altro.
Lei ha desiderato tutta la sua vita un bel tema d'opera comica, questo è un indizio che la vena dell'arte nobilmente gaja esiste virtualmente nel suo cervello; l'istinto è un buon consigliere. C'è un modo solo di finir meglio che coll'Otello ed è quello di finire vittoriosamente col Falstaff. Dopo aver fatto risuonare tutte le grida e i lamenti del cuore umano finire con uno scoppio immenso d'ilarità! c'è da far strabigliare!
Veda dunque, caro Maestro, di ripensare al tema che le ho schizzato, cerchi se ci sente dentro il germe del nuovo capolavoro – Se quel germe c'è il miracolo è fatto. E intanto promettiamoci il più scrupoloso segreto.
Io non l'ho detto a nessuno. Se lavoreremo in segreto lavoreremo in pace. Aspetto la sua decisione che, come suole, sarà libera e risoluta. Io non devo influenzarla, la sua decisione sarà ad ogni modo saggia e forte tanto se dirà: Basta quanto se dirà: ancòra. Suo
aff
A. Boito
Note
- Spedita insieme alla lettera del 7 luglio 1889 (v. link a fianco).
–
Posseduto Insv
Fotocopia (n. 116/53)
Bibliografia
Carteggio Verdi-Boito, a cura di Marcello Conati, Parma, Istituto nazionale di studi verdiani, 2015, n. 135, pp. 201-202
Media



Arrigo Boito a Giuseppe Verdi, 09/07/1889
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