Corrispondenza
Arrigo Boito a Giuseppe Verdi, 04/10/1887
Data
- Data
- Cernobbio Villa d'Este, 4 ottobre 1887
Luogo di destinazione
- Luogo di destinazione
- [Sant'Agata]
Tipologia
- Lettera
Descrizione fisica
- Un bifolio, quattro facciate scritte. Da «nella piena» alla fine, testo scritto ruotato di 90° in senso orario.
Ubicazione presso il soggetto conservatore
- Ubicazione
- I-PAas
Trascrizione
Cernobbio Villa d’Este
lago di Como
4 Ottobre.
Prima di tutto la ringrazio ancora per le belle e intellettuali giornate che ho passate a S. Agata. – Poi la prego d'un favore e non mi sgridi se ho accettato ancora un incarico, sarà l'ultimo. – Il Ministro dell'Istruzione desidera di conferire con me intorno agli Istituti musicali del Regno. Noi sapiamo che in Italia ora si studia male la musica, l'invito del ministro è una buona occasione per tentare di radrizzare gli studj nelle scuole governative e perciò ho acconsentito al desiderio di chi le governa. Sarà una gita a Roma e un pajo di giornate perdute (forse non inutilmente) poi ritornerò al mio lavoro. Io non intendo di consigliare al Ministro una riforma degli Statuti delle scuole musicali, neppure di unificarne le varie costituzioni. Queste sono quistioni tanto grosse quanto vane e difficili. Si tengano gli statuti che hanno, non è da quelli che escono i buoni o cattivi scolari. L'ingegno naturale dell'allievo trae sommo vantaggio dai buoni studi e può essere fuorviato dagli studi cattivi. Qui sta il punto: l'indirizzo degli studi.
L'occasione si offre per mettere in pratica quel consiglio ch'ella seppe raccogliere in tre parole con chiarezza e sapienza e concisione veramente antica: Tornate all'antico.
Torniamo dunque all'antico, ma si obblighino le scuole a tornarci; senza essere obbligate non ci torneranno mai. Nei programmi governativi dei ginnasj e dei licei è obbligatorio lo studio di Virgilio, d'Orazio, di Lucrezio, di Cicerone. Così pure io credo che debba essere obbligatorio nei Conservatorj lo studio di Palestrina e degli altri sommi musicisti Italiani del XVI°, XVII° e XVIII° secolo. Quella è la retta via, quello è lo studio che si deve fare nelle scuole e nelle esercitazioni vocali. Bisogna rialzare l'arte delle voci, ritemprarla nella piena onda sonora delle parti di Palestrina. Obbligare i giovani studenti, che appena nati balbettano astruserie, obbligarli a lavarsi in quell'onda a lavarsi in quella purezza. I compositori muterebbero animo i cantanti se ne gioverebbero anche. – Compositori e cantanti, ecco il marcio degli studj odierni ed è a questo che convien porre il rimedio. Gli stromentisti ci sono, vanno da sé. I pianisti buoni e colti pullulano, Napoli ne diede degli eccellenti in questi ultimi anni, Milano anche, Bologna produce sempre dei buoni archi e Napoli dei buoni suonatori di stromenti d'ottone. Ma è lo studio della Composizione che precipita nella putredine. I giovani studenti di Composizione sono pieni di presunzione e d'ignoranza. Bisogna istruirli colle grandi musiche dei gran secoli italiani. Quando saranno istruiti saranno meno boriosi e vedranno l'arte più nettamente. Bisogna obbligarli anche a studiare un poco di Storia su dei testi scritti bene e semplicemente, tanto da imparare nello stesso tempo i gran drammi dell'umanità e il bello stile della lingua.
Bisogna obbligarli a studiare un poco di prosodia e di declamazione perché imparino ad accentuare il dialogo umanamente come vuole il Vero, poiché la musica non è altro che il suono del sentimento e della passione. – Io tutte queste cose le ho imparate da Lei che le ha messe in pratica e mi dica Lei se le ho imparate bene, vorrei poterle mettere in pratica anch'io nel mio lavoro e suggerirle a chi governa gli studi per offrire a chi studia la possibilità di studiar bene.
Ora ecco il favore che desidero da Lei:
La prego di darmi una breve lista, una lista di sei nomi, non più, di sei nomi di Maestri che lei crede più adatti per essere studiati dai giovani.
Questi sei nomi, incominciando da Palestrina, dovrebbero rappresentare i sei punti più luminosi dell'arte vocale dei secoli 16°. 17°. 18°. Vorrei da Lei questo favore perché mi fido tanto tanto del suo giudizio, come di nessun altro. Nessuno meglio di Lei può compilare questa lista che servirà di programma agli studi.
Note
- La lettera finisce qui, tronca, senza i saluti e la firma.
Posseduto Insv
Fotocopia (n. 116/45)
Bibliografia
Carteggio Verdi-Boito, a cura di Marcello Conati, Parma, Istituto nazionale di studi verdiani, 2015, n. 112, pp. 175-177
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Arrigo Boito a Giuseppe Verdi, 04/10/1887
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