Corrispondenza
Arrigo Boito a Giuseppe Verdi, 20/01/1886
Data
- Data
- [Milano, 20 gennaio 1886]
Luogo di destinazione
- Luogo di destinazione
- Genova
Tipologia
- Lettera
Descrizione fisica
- Un bifolio, tre facciate scritte, con busta affrancata (25 cent.)
Ubicazione presso il soggetto conservatore
- Ubicazione
- I-PAas
Indirizzo (busta)
- Giuseppe Verdi / Palazzo Doria / Genova
Timbri postali
- MILANO FERROVIA / [...] / [...] / [...]
[...] / [...] / [...]
Trascrizione
Caro Maestro.
Jer sera l’ho vista e l’ho sentita. Se avessi dieci anni meno ne sarei già innamorato. E tanto bellina, è alta, smilza, giovane, elegante, bruna, flessuosa; e coi capelli biondi sarebbe fors’anche più bella perché c’è molta dolcezza in quel volto e tutta un’aura di simpatia che lo avvolge, il pubblico sente anche lui quell’aura e ci trova gusto ad applaudirla e la applaude al di là del merito perché, in fine, questa simpatica ragazza non è ancora un’arti sta e non so se lo sarà ma’.
La voce è simpatica e smilza come la persona ma non è una vera voce da teatro, ha un timbro magro che penetra nella folla senza occupar posto. La parte quasi pastorale d’Alice si confà abbastanza a quella signorina, alcune frasi quà e là le dice bene ed anche con un certo slancio o piuttosto con una certa audacia fortunata che le viene, credo, dalla fidanza che ha nelle sue attrattive fisiche. Vero sentimento drammatico, vera spontaneità e potenza d’accentuazione non mi pare che possieda, i suoi gesti si vedono insegnati dal Maestro di mimica e il fraseggiar del suo canto dev’essere l'imitazione fedele di ciò che le insegnò un Lamperti qualunque e ciò trasparisce chiaro. Tutto quello che fa sulla scena mi pare che sia una cosa chiesta in prestito a qualcun’altro.
Notiamo due buone qualità: pronuncia bene (non però benissimo) e guarda molto poco il Direttore d’orchestra. Se io fossi in Faccio protesterei contro questa buona qualità, ma questa ad ogni modo è una prova che c’è qualche cosa di musicale in quella ragazza. Qualche cosa; ma vero estro artistico non mi pare che ci sia.
Io ero in un palco vicino alla scena ed ero dunque in condizione da giudicare in un modo piuttosto ottimista la forza della sua voce e la chiarezza del suo accento. Alla fine della sera mi sono accorto che l’ho sempre guardata a cantare ciò dimostra la grazia del suo volto e della sua persona e la bianchezza dei suoi denti e niente di più. Peccato! ma non credo che la Bellincioni sia nata per essere strozzata nell’isola di Cipro. Peccato! Il reso conto è finito. Saluti cordiali
del suo affmo
A. Boito
Note
- –
Posseduto Insv
Fotocopia (n. 166/32)
Bibliografia
Carteggio Verdi-Boito, a cura di Marcello Conati, Parma, Istituto nazionale di studi verdiani, 2015, n. 79, p. 127-128
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Arrigo Boito a Giuseppe Verdi, 20/01/1886
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