Corrispondenza

Arrigo Boito a Giuseppe Verdi, 18/01/1886

Data

Data
[Milano, 16 gennaio 1886]

Luogo di destinazione

Luogo di destinazione
Genova

Tipologia

Lettera

Descrizione fisica

Un bifolio, quattro facciate scritte, con busta affrancata (20 cent.). La terza facciata con testo ruotato di 90° in senso antiorario, a partire da «è aperta».

Ubicazione presso il soggetto conservatore

Ubicazione
I-BSAv

Indirizzo (busta)

Giuseppe Verdi / Palazzo Doria / Genova

Timbri postali

MILANO FERROVIA / 18 /1-86 / 7S
GENOVA / 18 / 1-86 / 7N

Trascrizione


Caro Maestro

     Lei sa già che il povero Ponchielli è morto, quella pace ch’egli non ebbe in vita per causa del malvagio egoismo della famiglia di sua moglie, l’avrà ora in un modo o nell’altro.
So che Giulio fu col Corti a Genova, e Giulio, che vidi adesso, mi ha ripetuto degli squarci dell’eloquenza oratoria dell’Impresario della Scala. Ho ammirata la facondia del Corti, ma non ho ammirato ch’egli nel calore dell’ispirazione si sia servito della mia persona per inventare stolidamente un frottola che non ha neanche l’ombra d’un germe d’un principio d’un embrione d’un fondamento di verità. Il Corti le disse ch’io gli annunciai l’Otello finito e che lo incitai a partire per Genova. Io non dissi ciò, né al Corti né al Ricordi, né a nessuno, e non fiatai. Ciò che mi spiace si è che codesta invenzione combina coll’ultima lettera ch’ella mi scrisse e che perciò può assumere ai suoi occhi aspetto di verità. Il Caso è qualche volta un briccone e codesta è una furfanteria a del Caso. Ma il Corti è uno sfacciato che merita d’esser corretto. Pensi che non l’ho più neanche visto da molti mesi e che quando lo vedo per istrada schivo sempre di parlare con lui per non subire interrogatorj indiscreti. Non posso essere certamente io quello che lo spinga a Genova per seccar Lei con delle parole e delle insistenze inutili che non avranno potere di affrettare neanche d’un ora il termine del suo lavoro. Al Gailhard, che anche quello capitò a Genova per l’Otello, io parlai in modo da scoraggiarlo, perché sapevo che lei non pensava all’Opéra per la prima rappresentazione del suo spartito. Ma ora la caccia all’Otello è aperta e tutti cercano di afferrare la preda. Io ho un bel tacere o un bel dire le parole più vaghe e più riservate su questo proposito, il mio nome è mescolato in faccia di Lei alle loro avide conversazioni e questo mi secca, mi secca, mi secca. Mi secca tanto che ora secco Lei con questo scritto. Non le posso dir nulla della Bellincioni non ho assistito alla rappresentazione del Roberto Quando si riddarà andrò a sentirla e le scriverò la mia impressione. Saluti cordiali a Lei, caro Maestro, e alla Signora Giuseppina.
                                                                                                       Suo aff
                                                                                                    Arrigo Boito

Note



Posseduto Insv
Fotocopia (n. 116/31)

Bibliografia
Carteggio Verdi-Boito, a cura di Marcello Conati, Parma, Istituto nazionale di studi verdiani, 2015, n. 78, p. 125-126

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Arrigo Boito a Giuseppe Verdi, 18/01/1886

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