Corrispondenza
Arrigo Boito a Giuseppe Verdi, [post 09/12/1884]
Data
- Data
- [Milano, dopo 9 dicembre 1884]
Luogo di destinazione
- Luogo di destinazione
- [Busseto]
Tipologia
- Lettera
Descrizione fisica
- Un bifolio e un foglio, cinque facciate scritte. Da «Chiacchiereremo» a «desiderati da Lei», scritto ruotato di 90° in senso orario sulla seconda facciata. I fogli sono cuciti nel fascicolo del libretto autografo di Otello di mano boitiana.
Ubicazione presso il soggetto conservatore
- Ubicazione
- I-BSAv
Trascrizione
Maestro mio. Non possiedo più neanche un foglio di carta da lettere e adopero la pagina bianca della sua per risponderle, ma ho trovato però un bel cartoncino sul quale ho trascritto i versi che lei desidera. Ne ho aggiunti degli altri nel dubbio che quelli non potessero bastare. Ho dovuto fare uno sforzo di memoria per rammentarmi il congegno delle strofe fra Jago ed Emilia, credo di non essermi sbagliato. L’aggiunta che le presento le potrà forse giovare perché la nota e parola in un metro rapido come il quinario mangia molti versi. Quell’aggiunta ha anche questo di buono che mette una nuova tinta, per poche battute, quasi scherzosa nella scena a quattro e prepara convenientemente l’ultimo gesto violento di Jago, e permette una certa economia nello svolgimento dell’effetto. Insomma veda Lei se va bene o se va male.
La sua lettera è stata una gioja, che ho tenuta tutta per me, ma che non mi ha sorpreso. Non si sfugge al proprio destino e, per una legge d’affinità intellettiva, questa tragedia di Shakespeare le è predestinata.
Chiacchiereremo insieme fra poche settimane. Sarò a Nervi per le feste di Natale o al più tardi pel primo dell’anno.
Il buon Giacosa ha dovuto subire un’operazione chirurgica piuttosto grave l’estrazione d’una mucosa del naso; ora è in val d’Aosta e sta bene. Quante volte ho ripensato alle belle giornate di S. Agata!
Saluti affettuosi alla Signora Giuseppina ed a Lei
suo
Arrigo Boito
Se i versi non calzano mi scriva ne farò degli altri.
Ecco i versi di chiusa desiderati da Lei:
.....................
A me quel vel!
————
Jago: (Già la mia brama
(dopo d'aver Conquido, ed ora
carpito il Su questa trama
fazzoletto) Jago lavora!)
Emilia(Vinse l’orrenda(Vinser gli artigli
Sua mano impuraTruci e codardi
Dio ci difendaDio dai perigli
Dalla sventura)Sempre ci guardi.)
Jago: Già il laccio agile
Pensier trovò
Emilia: Muta ma vigile scorta sarò
(Vedi retro)
E se i versi non bastano ancora ecco un’aggiunta da potersi collocare nel centro dell’a parte fra Jago ed Emilia: Dopo la prima volta che Jago dice: A me quel vel!
Em: No. Tu a colpevole
Mister t’accingi.
Jago: È un mio fuggevole.
(quasi Capriccio
scherzo-
samente.)
Em: Fingi.
(fissandolo)
Jago: Follie! quel morbido
Lino m’adesca.
Em. V’è in te d’un torbido
Fervor la tresca
Jago. Cedi.
(fissandolo)
Em. No.
Jago Taci.
Em. Punisce il ciel
L’arti mendaci.
Jago A me quel vel!
(Vedi retro)
Note
- –
Posseduto Insv
Fotocopia (n. 116/24)
Bibliografia
Carteggio Verdi-Boito, a cura di Marcello Conati, Parma, Istituto nazionale di studi verdiani, 2015, n. 61, pp. 103-104
Media




Arrigo Boito a Giuseppe Verdi, [post 09/12/1884]
1 / 4