Corrispondenza

Arrigo Boito a Giuseppe Verdi, 15[/02/1881]

Data topica

Data topica
[Milano]

Data

Data
[Milano, 15 febbraio 1881]

Tipologia

Lettera

Descrizione fisica

Un bifolio, quattro facciate scritte.

Ubicazione presso il soggetto conservatore

Ubicazione
I-BSAv

Trascrizione


                                                                                                   Martedì. 15.
Caro Maestro. Non abbiamo finito! – Gli stessi scrupoli che tormentavano Lei, tormentavano me. Accetto ed approvo tutti gli espedienti che Lei mi suggerisce. Diremo: Accanto ad esso combatte un Guelfo. Oppure: Accanto ad esso pugna un vegliardo. Oppure: Accanto ad esso pugna un patrizio. – Scelga. Le parole: Ei la Grimaldi avea rapita le faremo dire dall’Adorno o da una parte del Coro. Invece dei due ribelli diremo I traditori, oppure: i rivoltosi, come più le garba.
Non diremo più: libero il Doge ti proclama, ma bensì:
      Libero sei; ecco la spada,...
oppure.
      Libero sei; quest’è il tuo brando...
e l’uffiziale consegna al Fiesco la spada.
Credo che questi piccoli rittocchi basteranno ad aggiustarci le ova nel paniere.
Quand’io in una delle mie ultime lettere parlavo, a proposito della Scena fra Fiesco e il Doge, di condizioni mutate, alludevo precisamente ai punti rilevati da Lei; io spingevo anzi l’allarme sino a credere di dover mutare qualche tratto della scena in quistione ma capivo d’altra parte questa risoluzione po teva riescire dannosa all’ultimo atto. Ho creduto di salvare capra e cavo li facendo sclamare a Fieschi quel suo verso (pur sempre utilissimo): alfine
     È giunta l’ora di trovarci a fronte!
Intendevo spiegare con questo verso che s’anco si fossero intravvisti in una folla tumultuosa nella Scena del palazzo degli Abati pure dopo gli anni tra scorsi dalla scena del Prologo, i due antagonisti non si erano mai trovati a fronte, cioè al tu per tu, soli, padroni dei loro atti e delle loro parole, isolati e liberi da influenze estranee da estranei episodj o per usare una frase che il nostro Schakespeare predilige, non si erano mai trovati barba contra barba. E questo è vero e la frase del fantasima a stretto rigore poteva reggere quand même. Pure le brevi sostituzioni di parole che abbiamo stabilito oggi giova no assai a chiarire i nostri affari.
Dunque, caro Maestro, a rivederci presto a Milano. Un saluto di cuore.
                                                                                          del suo affmo
                                                                                             A. Boito

Note



Posseduto Insv
Fotocopia (n. 116/10)

Bibliografia
Carteggio Verdi-Boito, a cura di Marcello Conati, Parma, Istituto nazionale di studi verdiani, 2015, n. 34, pp. 54-55

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Arrigo Boito a Giuseppe Verdi, 15[/02/1881]

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