Corrispondenza

Clara Maffei a Carlo Tenca, 13/05/1877

Data

Data
[Milano], 13 maggio 1877

Tipologia

Lettera

Trascrizione


                                                                                                  13 Maggio

     Sono stata io a commettere l'indiscrezione d'aprire il dispaccio, sospettai non fosse a te diretto, ma che fare? ove mandarlo? poi poteva pure essere per te.
     T'aspetto con vivo desiderio oggi otto ed alla sera avremo la notizia dell'esito di Clusone, lo prevedo non favorevole al nostro amico, Gregorini è stato colà, visitò Speranza e partì contento...
     Non m'abbandono al caro pensiero d'averti qui per sempre nell'anno venturo, molte volte credesti e dicesti la stessa cosa, che è soggetta a molte eventualità.
     Domenica non troverai l'Emilia, andrà a Soncino giovedì, Velleda v'è andata jeri colla famiglia Viola di St. Andrea, ed io mi trovo isolata senza quella cara Creatura che passa molto tempo presso di me. Emilia sta benino e con Saulina ti saluta affettuosamente, pare deciso che Saulina non andrà a Firenze nel giugno, ed Emilia starà qui più a lungo, che vuoi? ho il mesto presentimento che neppure quest'anno avremo le care Nini a Clusone! Vi sono continue alterazioni nei loro disegni!
     Sono stati qui i Verdi partiti jeri per un festival di Colonia ove il Maestro dirigerà la Messa. Puoi credere quanto siamo stati insieme, e sempre ci lasciamo con dolore e più stretto d'affetti che mai.
     piola è tornato da Roma lieto, direi orgoglioso del voto, e ne parla con intelligente, convincente, liberale loquacità, ma i partigiani non ascoltano che le proprie ragioni, per quanto meschine.
     Ho letto pure con gran piacere il discorso d'Emilio, ed in questi momenti importanti non dev'essere egli agli Esteri!
     Se Gadda è costì salutamelo e tu voglimi sempre bene. Leggo Costantinopoli del mio simpaticissimo De Amicis.