Corrispondenza
Giuseppe Verdi a Clara Maffei, 30/01/1876
Data
- Data
- Genova, 30 gennaio 1876
Luogo di destinazione
- Luogo di destinazione
- [Milano]
Tipologia
- Lettera
Descrizione fisica
- Un bifolio, tre facciate e mezza scritte.
Ubicazione presso il soggetto conservatore
- Ubicazione
- I-Mb
Trascrizione
Genova 30 Gen. 1876
Cara Clarina
Siamo proprio a Genova, ma non so se per qualche mese, o per qualche settimana. Certamente staremo qui per poco tempo perché io ho bisogno di tornare a St. Agata per` diversi giorni prima di partire per Parigi.
Mi preme dirvi che la Peppina ora stà bene e che colla prossima stagione rimetterà la ciccia che ha perduto.
Jeri sono stato al Suicidio, Bella produzione, che ha sangue nervi e polso. Dai resoconti dei giornali me n'ero fatto un'idea diversa. Ma quando mai si può credere... O amici sfegatati, o nemici stupidi, o poseurs. Lunedì andrò a sentire Color del tempo di Torelli. Da qualche tempo tutti danno adosso a questo povero Torelli, ma non mi sorprenderebbe che avesse ragione Lui. Quando un Artista si permette da giovine prima dei trent'anni d'avere due o tre successi, si può esser sicuri che il Pubblico se ne infastidisce dopo, gli fà dispetto che questo ragazzaccio gli abbia strappato qualche applauso e coglie la più piccola occasione per mostrargli il suo prezzo. Se l'artista ha forza d'affrontare questa corrente e d'andar diritto per la sua strada, arrivato sulla quarantina, è salvo. Allora il Pubblico non lo sprezza più, ma prende le sue grand'arie, un fucile en joue, disposto sempre a dargli una buona schioppettata.
L'autore può aver genio, talento, sapere finché vuole, non importa: è una lotta che non finisce che colla vita (Bella consolazione per un autore!) ma non cadrà, se sarà armato di una buona corazza d'indifferenza, e di convinzione. Guai se paura. La paura è la rovina dei nostri artisti. Tutto quello che sí produce ora è figlio della paura. Non si pensa più a seguire la propria ispirazione, ma si è preoccupati di non urtare i nervi dei Filippi, d'Arcais e tutti gli altri... Scusate... che diavolo dico?!.. Voi volete sapere delle cose mie, ma non ho nulla da dire! La mia vita è troppo stupida e monotona, Tutti i giorni la stessa cosa, non far nulla... Ditemene Voi delle belle cose, Voi che vivete sempre nella Società...
Salutatemi tanto tanto la contessa Gina.
La Peppina è fuori di casa, ma vi saluto egualmente in suo nome che conosco la sua intenzione.
Addio e vogliate bene molto a me che io ne voglio molto a voi
G. Verdi
Note
- –
Posseduto Insv
1 fotocopia (n. 25/18)
Media


Giuseppe Verdi a Clara Maffei, 30/01/1876
1 / 2