Corrispondenza
Carlo Tenca a Clara Maffei, 15/10/1874
Data
- Data
- Milano, 15 ottobre 1874
Luogo di destinazione
- Luogo di destinazione
- [Roma]
Tipologia
- Lettera
Trascrizione
Milano, 15 ottobre 1874
Eccomi di ritorno da Roma. Sono arrivato jersera dopo d'essermi fermato un giorno in Firenze. A Roma sono stato un po' indisposto, tanto che temetti di non poter partire, come avevo fissato, lunedì sera. Mi pigliai del gastricismo un po' forte, e ne derivò un disturbo intestinale che durò più giorni. Ora però è tutto passato, e mi sento bene come al solito. Il tempo è splendido e davvero inviterebbe a fare una scampagnata; ma sono un po' stanco di quest'ultima corsa fatta a Roma e sarà bene ch'io riposi per qualche giorno. Purtroppo non potrò riposare a lungo, perché il Consiglio si raduna ancora in questo mese, al 27, ed io partirò per Roma il 24, ultimo giorno per la validità dei nostri biglietti sulle ferrovie. Hopaura che il Bonghi ci voglia dar troppo da fare; ma forse con tempo si modererà. Vorrei sperare in ogni modo che i lavori del Consiglio non m'abbiano a trattenere a Roma al di là del 30 o del 31, cosicché io possa esser qui il giorno della tua venuta. Sarà questo un compenso che mi renderà meno uggiosa la chiamata troppo anticipata.
Ho visto l'Emilia jeri sera, ma per pochi momenti, giacché passò la sera a teatro coi bimbi e i Gussalli e non tornò se non a ora assai tarda. Era elegante e piena di brio e i Nini felicissimi, quantunque mezzo assonnati. Capisco come ti debba essere spiaciuto il vederla partire. È così cara in mezzo alle sue petulanze, così amabile, così riboccante di vitalità, che non si può sentire un vuoto dov'ella è stata. Poi, ti vuol bene molto e a Clusone sta proprio volontieri. Peccato che sia così breve il tempo che ci è concesso di passare insieme!
Puoi essere certa che i Gadda accoglieranno assai bene la Stoltz, la quale del resto è persona raccomandabilissima. Anche Saulina diresse ora a Gadda gli sposti Vertua di Soncino, i quali fanno il loro giro di nozze, e questi trovaraono in lui ogni sorta di cortesie. Egli è davvero cordialissimo, ed io ho fatica a sfuggire alle molte sue gentilezze; amici di vecchia data e provati, come siamo, non gli par giusto ch'io non vada ospite in sua casa e me ne fa rimprovero, ma io sto duro e non mi lascio smuovere.
Per fortuna l'agitazione elettorale va fiacca fiacca, almeno qui a Milano, e ancora non s'è cominciato a leggere la vita, come direbbe il Pasquino ai candidati. Il bollore si ridurrà a pochi giorni. Meno male; perché quello stare sulla berlina esposti a tutte le villanie e a tutti gli strapazzi è davvero il maggiore dei sagrificj, quello che ci tocca nel più vivo della nostra coscienza d'uomo, nella nostra dignità. E dire che mi sarebbe così grato l'esser lasciato in un canto!
Saulina m'è parsa di buon umore; ma non la vidi sola, e nulla so delle cose sue. Spero non procedano peggio. – Addio, addio dal cuore.
P. S. bada che noi abbiamo ancora la franchigia postale fino al 3 di novembre.
Note
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Posseduto Insv
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Bibliografia
Carteggio Tenca-Maffei, a cura di Lina Jannuzzi, Milano, Casa Editrice Ceschina, tomo II, 1975, pp. 183-184