Corrispondenza
Carlo Tenca a Clara Maffei, 31/01/1869
Data
- Data
- Firenze, 31 gennaio 1869
Luogo di destinazione
- Luogo di destinazione
- [Milano]
Tipologia
- Lettera
Trascrizione
Firenze, 31 Gennaio 1869
Avevo calcolato di poter venire a Milano per tre o quattro giorni e ripartirne oggi, ma non m'è stato possibile. Ho dovuto trattenermi qui; e furono nondimeno giorni perduti, giacché nulla si fece e indarno venni obbligato a rimanere. Quale sciupio di tempo, mio Dio, si fa qui, e come ogni giorno più si piglia in disgusto codesta vita politica, la quale consuma il meglio del paese senza cavarne il menomo frutto! Domani intanto ricomincia la solita sessione del Consiglio Superiore che ruberà quasi intera la settimana, mentre d'altra parte è probabile che la Camera si chiuda fin da domani per mancanza di numero. Le istituzioni parlamentari passano davvero per una prova difficile. Così come sono non possono durare; tutti lo sentono, ma nessuno ha il coraggio, e molto meno poi avrebbe la forza e l'autorità di raddrizzarle.
In ogni modo sul finire della settimana al più tardi verrò, e per restare alcuni giorni, fors'anche per non ripartirne più quale deputato. Non posso dirlo con certezza assoluta, ma, se nulla di straordinario capita in questi giorni, manderò la mia dimissione al primo adunarsi della camera dopo il Carnevale. Ormai ne ho fin sopra gli occhi. Per fortuna, quando lasciai Milano, mi premunii contro il pericolo d'una assenza più lunga di quella che allora ritenevo di fare, e diedi alla mia Peppa quanto le poteva occorrere per un mese almeno. Per questo lato adunque sono tranquillo, e mi pare di poterlo essere anche altrimenti, giacché ricevo le lettere recate a casa mia, il che significa che la Peppa le porta al tuo Angiolino per l'intestazione, e però esce di casa e non è malata. Spero che avrà cura anche della casa, e che almeno per un po' di tempo la lezione le abbia giovato.
Leggo nei giornali che Verdi è a Milano e vi è stato accolto con festa. Manco male che per l'arte musicale il pubblico mostri un po' di quella riverenza che non ha per altre cose. E fortunato il Verdi, il quale può diventare milionario senza suscitare l'invidia e la malevolenza degli stolti e dei bricconi. Quanti valentuomini invece hanno fatica a vivere poveramente e si beccano il titolo di ladri e di furfanti! M'imagino che egli verrà ogni sera da te nelle ore dedicate agli andeghée, e chi sa che non si risusciti il tresette come si aveva costume di fare tanti anni addietro! A pensarci sono davvero tanti questi anni trascorsi dal tempo in cui si passava con Verdi un'oretta bisticciando a tavolino colle carte in mano. Suppergiù un quarto di secolo. Or bene, se il tresette ha ripigliato, tienmi quarto a tavolino, appena sarò giunto. Spero che Verdi non partirà prima della fine di carnevale.
Qui abbiamo avuto la Siberia per alcuni giorni. Il termometro è sceso a otto gradi e mezzo sotto lo zero, temperatura straordinaria per Firenze. Il freddo poi lo si sente più vivamente che altrove pei venti gelati che soffiano con violenza e contro i quali non v'è riparo. Le case poi sono malissimo riparate e prive per lo più di camini e di stufe. Nella mia camera ho provato all'incirca la stessa impressione di freddo che provai a Torino del 1863, quando il termometro era sceso a 21 grado sotto lo zero. Convien dire tuttavia che il freddo è davvero salubre, perché sono sempre stato benissimo. Ora poi abbiamo di nuovo i tepori della primavera.
Mi rallegro del brio che hanno le tue serate; altro che metterti a riposo! che la tua salute almeno non ne soffra. E seguita a volermi bene.
Note
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Posseduto Insv
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Bibliografia
Carteggio Tenca-Maffei, a cura di Lina Jannuzzi, Milano, Casa Editrice Ceschina, tomo I, 1973, pp. 177-178