Corrispondenza

Carlo Tenca a Clara Maffei, 12/12/1867

Data

Data
Firenze, 12 dicembre [1867]

Tipologia

Lettera

Trascrizione


                                                                                            Firenze, 12 dicembre

Ti ringrazio d'avermi avvertito delle parole pubblicate nella Gazzetta. Le avevo lette e non me n0ero punto commosso. Se in Milano ottennero l'effetto che fecero qui, sarà stata, come tante altre, una perdita inutile. Però avrei desiderato che nessuno la rilevasse per difendermi, e mi duole che la Platea l'abbia fatto, e a quel modo. Gran disgrazia che quei giornalini, quando non sono disonesti, sieno balordi, TI confesso che m'ha fatto quasi può dispiacere il ripicco della Platea che l'attacco della Gazzetta. In ogni modo tui sai ch'io pecco, forse troppo, d'orgoglio e non sento offesa se non quando mi viene dalla mia coscienza: di quel che altri possa dire o pensare di me non mi curo affatto.
     Io aveva fissato, come sai, di venire domenica a Milano; ma pur troppo non potrò, e le elezioni costì si faranno senza il mio voto. La discussione promossa dalle interpellanze minaccia di andare molto in lungo, sicché è assai probabile che domenica si tenga seduta dalla Camera. È quasi certo altresì che in quel giorno vi sarà seduta del Consiglio Superiore di pubblica istruzione, ed io, che ricevetti jer l'altro la lettera di nomina quale consigliere straordinario, non potrei non intervenirvi. M'avevano destinato a membro ordinario, ciò che porta l'indennità annua di due mila lire, ma alle insistenze fattemi risposi di voler lavorare gratis come ho fatto in addietro, tanto più che, accettando l'indennità, avrei dovuto andar soggetto a rielezione, e in fatto di elezioni Milano ha di che esser sazia fino alla nausea. Credo che anche senza di ciò non mi sarei indotto ad accettare un incarico, comunque sia, rimunerato. Non venendo dunque a Milano, ti prego di far avvertita di ciò la mia Peppa, affinché non allestisca e non riscaldi la camera da letto per domenica mattina, come le avevo ordinato di fare. Scriverò poi quando dovrà farlo, se pure mi sarà dato di precisare il giorno della mia venuta. Sarà del resto differita di poco, tutt'al pià di sette od otto giorni, e potrà allora rimanere qualche poco a Milano, se le cose nostre tireranno innanzi senza crisi, nel qual caso, cioè se avesse luogo un voto contrario al Ministero, la vacanza sarebbe molto più lunga.
     Mi duole assai di Piave. Tre giorni fa, un giornale annunziava la sua morte, ma la tua lettera, venuta posteriormente smentisce questa notizia. Pur troppo però parmi che la malattia non lasci speranza di salvarlo. Ier l'altro ricevetti una lettera dall'Emilia, la quale mi narra di soprusi e di imputazioni ingiuste fatte a suo marito, cosicché oltre al non ottener nulla fin qui, parrebbe anche caduto in disfavore Ne scrissi tosto a Borromeo mandandogli la lettera stessa dell'Emilia, e ne parlai anche a Finzi, e Guerrieri. Combineremo insieme il da fare. Fa bile davvero il vedere che quel povero ferretti, il quale a quest'ora, senza i diritti d'anzianità che giustamente reclama e senza le nostre raccomandazioni, avrebbe ottenuto un avanzamento, non l'abbia precisamente perché noi diamo appoggio alla sua domanda.
     Addio dal cuore, continua a volemri bene.

Note



Posseduto Insv


Bibliografia
Carteggio Tenca-Maffei, a cura di Lina Jannuzzi, Milano, Casa Editrice Ceschina, tomo I, 1973, pp. 118-120