Corrispondenza
Carlo Tenca a Clara Maffei, 09/06/1868
Data
- Data
- Firenze, 9 giugno 1868
Luogo di destinazione
- Luogo di destinazione
- [Milano]
Tipologia
- Lettera
Trascrizione
Firenze, 9 Giugno '68
ricevo in questo punto la cara tua lettera. A dir il vero, ti temevo indispostaa; ma il timore mi è stato dissipato stamane da Carolina, la quale mi recò le tue notizie e mi disse d'averti lasciata jeri in abbastanza buona salute. andai coll'Ambrosoli a incontrarla alla stazione, essendomi riuscito di svegliarmi alle sei, giacché il consiglio arriva poco dopo le sette. Fu lieta di trovarci lì, e mi parve nient'affatto stanca del viaggio. La conducemmo al suo alloggio nel posto pià elegante e centrale di Firenze, in quella stessa pensione dove la collocai altra volta, al suo venir qui col povero Venturi; e stasera andrò a visitarla in casa d'Ambrosoli, dove si tratterrà a desinare. Parla di ripartire tosto doman sera, fatta che abbia la visita e prese le disposizioni per le quali è venuta; ma io credo che s'indurrà a restare qualche giorni di più. Non so perché abbia fatto il viaggio sola, potendo scegliere per partire il momento che più le piaceva, e potendo per ciò facilmente accompagnarsi con me. Mi disse che non ha osato darmi questa noja, benché avesse pensato di farlo. Povera Carolina! CI voleva davvero un gran ardimento.
Sento con piacere che la tranquillità, se non la pace, è tornata fra' tuoi. Che avesse giovato la lezione! CI avrai guadagnato che almeno fino all'autunno le cose camminino bene. E durante le vacanze avrai tempo di prendere le tue misure. Mi pare del resto che l'Annina sia rimasta molto impressionata dall'ultima vicenda. La sera in cui partii, la salutai nell'uscire da casa tua, ed ella si diede a piangere, ma di quel pianto rimesso e umile di chi si sente afflitto per colpa propria. Non potei dirle nulla, perché ero stretto dal bisogno di andarmene; ma avrei voluto esplorarne l'animo e vedere in che disposizione si trova. Si dolse solo di esser molto malata, e credo, non che lo sia gran fatto, anche il suo spirito eccitabile sia in grande apprensione ed esageri a' suoi occhi lo stato suo malaticcio. In ogni modo ho gran piacere che quel ch'accaduto con lei non disturbi la tua andata a Clusone. Capisco come sia vivo il tuo desiderio meno vivamente di starvi qualche tempo in tua compagnia. Là davvero si vive insieme e si prova tutto il dolce dell'intimità, sfuggendo al frastuono dei circolo e all'atmosfera viziata della società. Sicché puoi credere che penso con gioja ai giorni in cui sarò ospite in casa tua e m0installerò nella nota mia camera. Vedi come l'abitudine mi fa dir mia la camera, quasi che dal voler bene a un luog derivi una specie di diritto e di proprietà!
Ieri i senatori fecero un piccolo smacco al loro collega, il Manzoni. Trattavasi di sceglier Firenze come sede d'una scuola normale superiore per le maestre. Broglio la voleva qui appunto, disse, per l'unità della lingua, motivo che sarebbe stato bene non mettere innanzi. Non l'avesse mai detto! Un avvocato, il Conforti, gran parlatore ma pessimo linguista, rispose che la quistione era tutt'altro che risoluta, e che, se il Manzoni riteneva che Firenze sola potesse dar la lingua all'Italia, altri letterati e molti erano di contrario avviso. Che la cosa sia vera, sta bene; ma strano era che se ne impacciasse il Conforti, e peggio fu che il Senato gli diede ragione, e respinse la domanda di Broglio, sicché ebbe l'aria di decider esso la quistione in senso opposto al concetto del Manzoni. O Arcadia!! — Addio del cuore.
Note
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Posseduto Insv
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Bibliografia
Carteggio Tenca-Maffei, a cura di Lina Jannuzzi, Milano, Casa Editrice Ceschina, tomo I, 1973, pp. 142-145