Corrispondenza
Carlo Tenca a Clara Maffei, 31/03/1868
Data
- Data
- Firenze, 31 marzo 1868
Luogo di destinazione
- Luogo di destinazione
- [Milano]
Tipologia
- Lettera
Trascrizione
Firenze, 31 Marzo 1868
Ho sperato di poter venire in questi giorni a Milano; ma ho fatto i contri senza l'oste. Questa benedetta legge sul macinato, la cui votazione si trascina di giorno in giorno, m'ha trattenuto fino ad oggi, e chi sa quando mi lascerà respirare. Ora poi viene la volta anche del Consiglio Superiore di pubblica istruzione, il quale siede tutte le prime settimane del mese. Né questa volta potrei mancarvi, poiché c'è un affar grave da trattare, nientemeno che la sospensione di quattro professori d'università, sospensione per la quale si mena molto chiasso dai giornali. Il Consiglio in questo caso è eretto in tribunale e fa il processo agli incolpati e pronuncia la relativa sentenzia. Io non potrò di certo venire a Milano prima di mercoledì o giovedì della ventura settimana. Non so se avremo alcuni giorni di feria: in ogni modo allora io me li prenderò. Sono davvero stanco e nojato d'un lavoro che va crescendo ogni giorno poi pochi i quali hanno la disgrazia di fare il loro dovere.
Come sono costretto a trattenermi qui oltre il termine che avevo previsto, così potrebbe darsi che la mia Peppa si trovasse all'asciutto di quattrini, o per meglio dire di carta: Non t'incresca adunque di farle chiedere dall'Angiolino se la bisognasse qualche lira per attendere il mio arrivo a Milano. Spero di no; in caso contrario ti prego di fornirla della piccola somma di cui avesse necessità; ti rimborserò poi dalla mia venuta. Intanto perdona la noja.
È qui Martin: l'ho incontrato oggi per via, appena giunto. Si tratterrà, mi disse, un pajo di giorno, dopo i quali partirà per Napoli. Non andrà a Parigi se non da qui a una quindicina di giorni, e non credo che passerà per Milano. Gli annunziai il tuo proposito di scrivergli, di che egli t'è molto grato. Ti scriverà egli però il primo innanzi di tornare in Francia. Mi parlò, benché assai moderatamente, della dimenticanza notata al suo passaggio da Milano nell'accompagnare le ceneri di Manin, dimenticanza ch'egli non attribuisce punto a freddezza dei milanesi, ma a poca diligenza dell'amministrazione municipale Sventuratamente la negligenza di Milano influì sulle altre città lombarde, e Bergamo e Brescia ne imitarono il cattivo esempio.
Ho gran piacere che il Don Carlos abbia avuto così splendida riuscita. Ne ho piacere per Verdi, per l'arte musicale e anche un po' pel nostro teatro della Scala, il quale ha bisogno, di rammentare di quando in quando che é stato il primo teatro d'Italia . Mi duole soltanto che rinascano i vecchi puntigli teatrali. È vero quello che riferiscono i giornali che, mentre al Don Carlos platea e loggione plaudivano freneticamente, le aristocratiche manine dei palchetti rifiutavano di battere e le incapricciate della musica dell'avvenire tenevano il broncio? Duro fatica a crederlo: spero in ogni modo che non scoppierà una scissura fra i due sessi che frequentano la Scala.
Ebbi una lettera dalla Baker, la quale mi pare molto afflitta. Nello stato di salute in cui si trova, poveretta! deve provare anche più vivamente la perdita fatta. E per l'Emilia è ancora a Milano? Che ti disse della promozione di suo marito? È riuscita a portarla in pace, e a non considerarla come un malanno? Se ancora c'è salutala cordialmente, e con lei Saulina, Gussalli e gli amici e amiche tutte. Tu continua a volermi bene com'io te ne voglio.
Note
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Posseduto Insv
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Bibliografia
Carteggio Tenca-Maffei, a cura di Lina Jannuzzi, Milano, Casa Editrice Ceschina, tomo I, 1973, pp. 134-135