Corrispondenza

Giuseppe Verdi a Clara Maffei, 21/02/1879

Data

Data
Genova, 21 febbraio 1879

Luogo di destinazione

Luogo di destinazione
[Milano]

Tipologia

Lettera

Descrizione fisica

Due bifolii, sette facciate scritte.

Ubicazione presso il soggetto conservatore

Ubicazione
I-BRu

Trascrizione


                                                                                          Genova 21 Feb: 1879
Cara Clarina

     Grazie del piccolo libro di Poesie del Prof. Rizzi che leggerò, e ve ne scriverò dopo. Grazie pure dei brani di giornali che mi spediste; giornali che conoscevo, perché mi venivano mandati direttamente da Milano, ne so da chi. Fra questi giornali ve n'era uno che diceva cose molte dure... parlava di intrighi, di camarilla etc. etc... Se in questo vi sia qualche cosa di vero non lo so, ne voglio saperlo; ma so che tutto questo movimento, questo fracasso per un'Opera, tutte queste lodi, o adulazioni mi fanno ripensare al passato (si sa che i vecchi lodano sempre i loro tempi) quando Noi senza reclame, senza quasi conoscere persona presentavamo il nostro muso al pubblico, e se ci applaudiva si diceva, o non si diceva "grazie" Se ci fischiava: "Arrivederci un'altra volta" Non so se questo era più bello, ma era certamente più degno. Fra quei giornali Corticelli me ne fece poi leggere uno che m'ha procurato una grossa risata. Quel giornale proponeva di incidere una lapide da collocarsi alla Scala: "Nell'anno 1879 qui venne un Maestro forestiero a cui si fecero grandi feste, e gli si diede una cena, a cui intervennero Prefetto e Sindaco. Nel 1872 un certo Verdi venne in persona a mettere in scena Aida, e non gli si offerse nemmeno un bicchier d'acqua". Altro che bicchier d'acqua diss'io allora poco mancò che non mi bastonassero! Non prendete alla lettera questa frase, la quale non vuole dire altro che per l'Aida io ebbi dei battibecchi con tutti, e che tutti mi guardav[an]o in cagnesco, come una bestia feroce. M'affretto a dirvi che la colpa era mia, tutta mia, perché a dire il vero io son proprio poco grazioso in teatro... ed anche fuori; e perché io ho la disgrazia di non capire mai quello che gli altri capiscono; ed appunto perché non capisco, non mi riesce mai di profferire una di quelle parole dolci, di quelle frasi che fanno andare in solluchero tutti. Nò; mai io non saprò dire per es.: ad un cantante... Che talento! quale espressione! non si può dir meglio! Che voce di paradiso! che Baritono, bisogna rimontare a 50 anni indietro per trovare una voce simile... Che Coro! quale Orchestra!. E il primo Teatro del Mondo!!!. Oh qui mi si imbrogliano le carte... Tante e tante volte ho sentito a Milano dirmi (persino quando misi in scena la Forza del Destino! Tutto dire!) La Scala è il primo Teatro del Mondo.
A Napoli Il S. Carlo primo Teatro
                              del Mondo
In passato a Venezia si diceva
                 La Fenice il primo Teatro del
                                    Mondo
A Pietroburgo Primo Teatro del Mondo
A Vienna Primo Teatro del Mondo
          e per questo starei anch'io
A Parigi poi l'Opera é il Primo Teatro di Due o Tre Mondi!
Così io resto con la testa intronata cogli occhi spalancati la bocca aperta dicendo... ed io testone non capisco nulla"... e finisco col dire che fra tanti primi sarà meglio un secondo.
     Ma lasciamo gli scherzi che sono proprio scherzi che mi farebbero ridere molto se non fossi stato Artista anch'io. Sento con piacere che voi ve la passiate piuttosto bene in salute malgrado il pessimo inverno. Io non posso dire altrettanto: non sono ammalato ma ho qualche cosa alla gola, allo stomaco che sarebbe inutile avere! Spero nel bel tempo, se pur verrà.
     La Peppina ha ricevuto il vostro biglietto: vi ringrazia e vi saluta.
     Datemi spesso vostre notizie e non lasciate passare un secolo come faceste ora. È vero che voi potete dire lo stesso. Pace dunque e stringetemi la mano che è la mano d'un amico
                                                                                                      Aff. Vostro
                                                                                                       G. Verdi

P.S. Voi vedeste dunque... Se v'è bisogno contate su me; e resti fra noi.

Note

Già in I-BRmaffei

Posseduto Insv
1 fotocopia (n. 24/3)

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Giuseppe Verdi a Clara Maffei, 21/02/1879

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