Corrispondenza

Giuseppe Verdi a Clara Maffei, 19/06/1878

Data

Data
Sant'Agata, 19 giugno 1787

Luogo di destinazione

Luogo di destinazione
[Milano]

Tipologia

Lettera

Descrizione fisica

Un bifolio, cinque facciate scritte

Ubicazione presso il soggetto conservatore

Ubicazione
I-BRu

Trascrizione


                                                                                                St Ag 19 Giu 1878
Car Clarina

     Ho un debito con Voi, e siccome finora conservo l'abitudine di pagarli, così vi scrivo una lettera, non so se lunga o corta, ma infine una lettera, non solo per pagare il debito, ma per il piacere di trattenermi con voi.
     Dunque oggi è la Gran Giornata per l'orchestra della Scala. Io auguro tutto il possibile successo per l'onore del nostro paese, ma certo che il rischio è grande. Hanno giuocato il cento contro uno. Se riescono guadagnano poco; se non riescono perdono quel po' di riputazione e di prestigio che dà da lontano il vostro Teatro della Scala. Infine il pericolo è grande, e parmi non siavisi pensato abbastanza. Faccio mi scrisse domandandomi il mio paterno consiglio (come dice Lui) sul Repertorio. Due giorni dopo vidi sulla Gazzetta musicale il programma del 1° Concerto! A quoi bon il mio paterno consiglio? Era uno scherzo che m'avrebbe offeso se non veniva da Faccio. Infine speriamo che il fuoco l'impeto che Faccio saprà comunicare all'orchestra (purché non vadi al di là) salvi tutto. Non vi è altro su cui sperare. Sulle recettes non vi è da calcolare e sarà un magro affare.
     Non posso dirvi se andremo o no all'Esposizione. Peppina non ne vuol sapere. È la prima volta che non è tentata d'un viaggio a Parigi! Ma chi sa più tardi!... Non posso dirvi nulla di me. Vivo qui solitario fuori dal consorzio umano, e non so nulla di nulla. Voi mi direte che nissuno mi obbliga a passare una vita così monotona e che ho mezzi per fare altrimenti. È verissimo: ma il male si è che facendo altrimenti non mi troverei meglio.
     Ditemi un po' cosa fà l'egregia nostra Sig.a Teresa. È un secolo che non so nulla di Lei! Dopo la Messa a Bologna non ho ricevuto più una sua parola! Capisco bene che dimorando in una Capitale con un ricco appartamento facendo e ricevendo visite, frequentando i Teatri, i Concerti, come leggo sovente sui giornali, non si pensa più al vecchio Maestro (La Waldmann mi scrive però abbastanza di sovente). Salutatela, e strapazzatela anche un po', e se vi fà la faccia scura, non vi badate: vuol dire che capisce di aver torto. Potrebbe darsi però che l'avessi io il torto, e non avessi risposto all'ultima sua... ma ohimé, se stiamo su questo, io son perduto!...
     Addio dunque mia cara Clarina, vogliatemi bene che io ve ne voglio pure. Una buona stretta di mano dal Vostro aff.
G. Verdi

Note

Già in I-BRmaffei

Posseduto Insv
1 fotocopia (n. 23/58)

Media

Giuseppe Verdi a Clara Maffei, 19/06/1878

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