Corrispondenza
Giuseppe Verdi a Clara Maffei, 01/07/1876
Data
- Data
- Sant'Agata, 1 luglio 1876
Luogo di destinazione
- Luogo di destinazione
- [Milano]
Tipologia
- Lettera
Descrizione fisica
- Un bifolio e un foglio, sei facciate scritte, con busta affrancata (20 cent.). Sulla busta, accanto all'indirizzo, di altra mano: «condizione del teatro d'opere in Italia e Parigi» e «76», 15», «16».
Ubicazione presso il soggetto conservatore
- Ubicazione
- I-Mb
Indirizzo (busta)
- Contessa Clara Maffei / Contrada dei Bighi / n° 21 / Milano
Timbri postali
- [...] / [...] / [...] / 7S
Trascrizione
St Agata 1 Luglio 1876
Cara Clarina
Sono finalmente in Italia non stanco di emozioni (come dite) ma qualche poco di fatiche e di noje avute da tutte le parti. Anche questa è fatta e non ne parliamo più.
Cosa conto fare?... È un dovere lo scrivere ancora!! Voi dite! Ma nò: e conto proprio di far niente. D'altronde a che servirebbe? Sarebbe cosa inutile; ed io preferisco il nulla all'inutile. Non voglio fare nessun proponimento, ma ditemi voi a che hanno servito tutte le pene che mi son dato in questi ultimi anni. Io m'era messo in mente (pretenzioso) di rialzare i nostri teatri, e di mostrare almeno come dovevansi dare gli spettacoli d'opera. Cominciai da Milano colla Forza del Destino. Eranvi allora in quel teatro pessimi cori, povera orchestra, e mise en scène senza buon senso. Aggiustai un po' le cose e la Forza del Destino fù abbastanza ben eseguita. L'anno dopo per l'Aida imposi miglioramenti di Cori ed orchestra ed Aida (benché musicalmente mi fosse rimproverata come avessi commesso un delitto, e mi si accusasse perfino di non aver saputo scrivere per i cantanti, e Filippi si degnasse suggerirmi che dovessi cambiare il sistema di far le prove) Aida ripeto rimontò il teatro e fece guadagnare una forte somma all'Impresa. Cosa è avvenuto dopo? Da due anni, avendo un'eccellente compagnia di Canto, hanno dato spettacoli meschini, e l'Impresa ha perduto molte migliaja di Lire. Giulio direbbe di nò, pure è così.
Così a Parigi il Teatro Italiano era divenuto in tale discredito che era opinione generali che non fosse più possibile. Ebbene nò: vi è un mondo a Parigi che ama questo Teatro, a cui và subito, appena gli si dia qualche cosa di conveniente. Prova ne sia quest'Aida che ha riempito il Teatro per 26 sere malgrado la stagione un po' avanzata. E notate che l'esecuzione lasciava desiderj nelle masse corali, ed in molte parti della mise en scène, malgrado ciò l'Impresa avrà forse guadagnato un centinajo di mille franchi. Credete voi che l'esempio gioverà? Nò: si farà come a Milano, e l'anno venturo, se l'Impresa non si arresterà sulla pente cui s'incammina, perderà 200 mila franchi. Dunque a che giova scrivere? del resto se vorrò, potrò farlo per piacer mio, ed in casa mia, ma col Pubblico e cogli Impresarj... Parliamo d'altro. Ditemi voi piuttosto cosa fate, e cosa farete, e quando andrete in campagna.
Potete ben immaginarvi se io sia contento di avere a Collega Giulio Carcano, e l'altro vostro amico che conobbi da voi. Soltanto non so quando potrò vederli là, perché io sono un certo Senatore, povero me forse sarebbe meglio che non lo fossi!..
Pare che la Stolz voglia veramente rinunciare alla Carriera, almeno lo indicherebbe il rifiuto di scritture importantissime come Pietroburgo, Cairo, etc. Del resto voi potrete domandarglielo che a quest'ora deve essere a Milano e vi vedrà certamente. La Waldmann si mariterà dopo l'estate e darà un'addio alle scene.
Sapete? Aveva intenzione di venire a Milano; ma ora non ci verrò: forse più tardi. –
Addio mia cara Clarina. V'ho seccato a lungo. È un peccato che non commetto di frequente. Perdonatelo per questa volta: non ci tornerò più. La Peppina vi saluta tanto. Barberina sempre nello stesso stato... Addio e credetemi sempre
Vostro
G. Verdi
Note
- –
Posseduto Insv
1 fotocopia (n. 25/19)
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