Corrispondenza

Giuseppe Verdi a Cesare Vigna, 17/05/1854

Data

Data
Mandras, 17 maggio 1854

Luogo di destinazione

Luogo di destinazione
Venezia

Tipologia

Lettera

Descrizione fisica

Un bifolio, due facciate e un quarto scritta, con indirizzo sulla quarta.

Indirizzo (busta)

Egr. Sigr. Dot. Cesare Vigna / Venise

Timbri postali

PARIS / 18 / MAI / 54

Trascrizione


Mio caro Vigna,
                                                                                     Mandres 17 Maggio 1854 

     Questa povera nostra Peccatrice non meritava dunque di essere lapidata come lo fu l'anno scorso alla Fenice?! Buon per me, per Gallo, per Ricordi e anche per te che so quanto interesse prendi alle cose mie in generale, ed in particolare cosa pensavi, dicevi, scrivevi di questa a Traviata, maledetta allora da tutti. Ho letto l'articolo della Gazzetta di Venezia (mandatomi suppongo da te o da Piave o da Gallo, uno dei quali ringrazio) e ne sono contento non solo pel bene che dice di quelle note, ma delle sferzate che dispensa da tutte le parti. Chi è quel dottore sottile?
     L'anno passato, la mattina dopo la prima recata della Traviata", Gallo venne da me ed a nome anche del nostro comune amico mi fece alcune osservazioni particolarmente sul terzo atto. Io risposi semplicemente: Credo t'inganni: mi pare il migliore. Ora mi scrive mille belle cose di quell'atto. Così avevo ragione allora e dopo quando scrissi a te nell'ultima lettera della a Traviata". Non bisogna dimenticare che un'opera eseguita non solo male ma a controsenso fa l'effetto d'un quadro visto all'Ave Maria di sera: s'indovinano a stento le figure ma nulla si vede del colorito, del disegno, della prospettiva e sopratutto delle espressioni delle figure. Tutto sembra scuro e monotono. —
     Non so quando verrò in Italia, e me ne duole. Non comincerò le prove che in settembre e andrò in scena nell'inverno. Addio mio caro Vigna, scrivimi e credimi per la vita
                                                                                                              tuo aff.mo
                                                                                                              G: Verdi

P.S. Saluta il Conquistatore. Gallo ti dirà chi è.
Ricevo in questo momento la Gazzetta di Ricordi e vedo il tuo articolo. Tu sei sempre buono, troppo buono con me. Ma parmi ti scagli troppo contro i miei detrattori. Non ne vale la pena, e dài loro troppa importanza. Il mondo è sempre stato così e così sarà ancora. Né credere che le tue parole lo possano ridurre al silenzio e persuaderlo. Verrà un tempo e non tanto lontano in cui dirò: "Addio mio pubblico; divertitevi bene: la mia carriera è finita: vado a piantare cavoli"; allora tutti taceranno per me e si scateneranno contro colui che mi succederà, e queste mie opere tanto criticate saranno allora buttate in viso, ad esempio a quel povero infelice che se sarà un uomo di cuore, tacerà e riderà. Lasciali adumque dire. In quanto a me, ti giuro che non hanno mai disturbato il mio sonno e la mia quiete né mi hanno fatto mai gran male.
                                                       Ad. tuo ———. 
 

Note



Posseduto Insv
1 fotocopia (n. 136/4)

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Giuseppe Verdi a Cesare Vigna, 17/05/1854

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