Corrispondenza

Franco Faccio a Giulio Ricordi, 06/10/1873

Data

Data
Trieste, 6 ottobre 1873

Luogo di destinazione

Luogo di destinazione
[Milano]

Tipologia

Lettera

Descrizione fisica

Due bifolii, otto facciate scritte.

Pagine numerate entro circoletti in alto a sinistra di ciascuna facciata; sulla p. 1, in alto a destra: «36)»; sulla p. 7, di mano archivistica (la stessa dei numeri di pagina): «seguito della lettera (36 37».Nella quinta pagina, in basso, dopo la riga con la frase «che si associava anche l'orchestra», una riga più volte ripassata a lapis, sempre di mano archivistica, segna lo stacco dai saluti e dalla firma sottostanti per evidenziare la continuazione del testo nella pagina successiva, che si conclude con le parole «l'ultimo numero» a fianco della firma di cui sopra, con cui si assicura così la continuità, segnalata dalla stessa mano archivistica in calce alla p. 8: «seg. e fine al foglio n. ⑤».

Ubicazione presso il soggetto conservatore

Ubicazione
I-Mr: "14 Ott 73 Faccio R 16/10"
Collocazione
38

Trascrizione


                                                                                         Trieste, 6 Ottobre 73
Carissimo Giulio.

                   Non ti ho mai scritto, ma per compenso mi sono occupato colla massima diligenza ed energia (s'intende che non ho fatto altro che il mio dovere) pel buon andamento dell'Aida. Il risultato ha sorpassato le più difficili aspettative in quanto che l'esito dell'Aida è stato immenso, insuperabile. Il telegrafo che avrai ricevuto con la firma del Gardini, ma scritto da me, ti avrà recato le prime notizie di quello grande avvenimento musicale che in Trieste non ha –  a detta dei più vecchi frequentatori di questo Teatro – riscontro nel passato.
     Osanna! Osanna! Osanna!... E veramente l'esecuzione che ho potuto ottenere mercé indefesse prove dei Cori, d'Orchestra e di messa in scena, tutte da me dirette, è anche migliore di quella di Padova. L'orchestra eccellente negli archi, buonissima nel resto, soggiogata dalla bellezza della musica e presa per me di grande ammirazione (bada che questa frase non la ripeterò ad altri – sono troppo prudente!) ed eseguisce con un impegno straordinario e veramente commendevole. Certi forti, nutriti, animati, formidabili e certi pianissimi delicati, pieni di profumi e sfumature come li senti qui difficilmente si possono ottenere altrove: è vero che il teatro, piuttosto piccolo, è armonico oltre ogni dire. Ma così non ci sono le voci robuste e pastose che avevamo alla Scala, ma eseguiscono esattamente e con lodevole intonazione. Sai che la prova generale si è fatta davanti agli abbonati. Qui è l'uso che a codeste prove intervengano il Governatore con tutta la sua casa militare, il Podestà con 50 (dico cinquanta) consiglieri municipali, insomma una quantità di gente alla quale la Direzione non può rifiutare l'accesso, e la cui presenza scontentò tutti gli abbonati che pagano i loro por... berzi. Feci dunque la concessione alla Direzione di aprire le porte del Teatro agli abbonati suddetti i quali vi si riversano empiendolo quasi come ad una prima sera di spettacolo (N. B.) Tutti i posti della platea essendo chiusi e venduti per abbonamento, il quale, quest'anno, e appena pubblicato il cartellone, raggiunse l'egregia somma di Fiorini 19.000. L'Impresa non si è riservata che 40 scanni, che si vendono seralmente. Inutile dire che la vera prova generale, quella cioè che doveva servire a me, s'era fatta il giorno prima con tutto il scenario e gli attrezzi, l'illuminazione, le comparse, ecc. ecc., volendo essere sicuro dell'esito della prova fatta davanti al pubblico. L'effetto di questa prova fu infatti straordinario l'indomani (Venerdì) non si parlava d'altro in Tergesteo, in piazza, da per tutto; i giornali innalzarono un inno d'entusiasmo e il successo della prima rappresentazione fu rassicurato. Infatti al mio apparire in orchestra venni ricevuto con un applauso così generale e prolungato che per poco non ho perduto la calma che mi era in quel momento necessaria. —
Dal preludio dell'Opera sino alla fine si può dire che fu un applauso continuo alla musica e agli esecutori. Dopo l'inno di guerra enlevé à la bajonette fù un vero scoppio nel pubblico, e i cantanti ringraziavano, ed io facevo mostra di non sentire le parole bravo Maestro che correvano nella sala; finalmente mi alzai rivolgendomi al pubblico, e allora parve che l'applauso non dovesse più finire. – Incredibile, caro il mio Giulio, incredibile ma vero. Un altra volta dovetti alzarmi durante la Marcia dell'Atto 2°, che qui fa un effetto grandissimo e in cui le 6 Trombe suonate mirabilmente dai migliori suonatori della banda del reggimento Arciduca Ernesto furono  fragorosamente applaudite al famoso crescendo del re #. Terminata la Marcia dovetti pure alzarmi e ringraziare il colto e l'inclito. L'effetto del Largo del Finale è stato pure immenso. Anche qui mi venne fatta una speciale ovazione dal pubblico il quale voleva il bis di questo pezzo: ma il pigro Capponi intonò il suo O re, pei sacri inni e si tirò innanzi. T'imagini facilmente il successo della Stretta: calato il sipario gli artisti comparvero al proscenio, ma il pubblico gridava anche Maestro!! Maestro!! bisognò dunque sortire e risortire; gli applausi erano immensi ed a questi ho rimarcato che si associava anche l'orchestra ed il Cremaschi che per dire la verità si conduce meco benissimo e come uomo e come professore. Nel terzo Atto il pubblico rimase imbalsamato dalla bellezza della musica e dalla bontà dell'esecuzione. Taccio di Pandolfini e Capponi che conosci, ma devo dirti che nell'Aria e nell'Adagio del Duo con Radames la Mariani superò la Stolz. Naturalmente non è così nell'Allegro dello stesso duetto, nelle frasi del Duo col padre e nel Gran Finale dove la voce gagliarda e squillante della Stolz non può avere confronti. Inutile descriverti l'entusiasmo suscitato dall'Atto quarto. Il crescitendo dell'interesse musicale e drammatico si sparpagliò nel pubblico il quale in tutto quest'Atto sublime di verità e colorito è completamente soggiogato. Finita l'Opera nuove acclamazioni, illuminate dal riverbero di quella gran luce che partiva dal genio dell'autore anche il suo debole interprete e tuo amico Faccio dovette comparire per due volte alla ribalta in mezzo ai suoi cari e valentissimi artisti. – Jeri sera, seconda rappresentazione, eguale luminoso successo. Oltre del Largo del Finale si voleva il bis anche dell'Adagio del Duo Aida e Radames nell'Atto 3° stupendamente cantato dalla Mariani; ma, come al solito, Capponi tirò via e il bis non si fece. Della Mariani ti ho detto abbastanza; devo però aggiungere che anche nel Duetto finale la preferisco alla Stolz. Della Fricci non posso dire che un mondo di bene. Stupenda per voce, accento ed azione trascinando il pubblico all'entusiasmo; però non riesce a farmi dimenticare (già si sa) la Waldmann. Ad ogni modo è una preziosissima Amneris, e s'io dovessi fare la scelta fra l'una e l'altra... le sceglierei tutte due. – Bello il vestiario e le scene, gli attrezzi del  igliori (ed è tutto dire) di quanti se ne fecero fino ad ora, ed il macchinismo dell'ultimo Atto fatto in maniera di non esigere più di 7 minuti per la sua preparazione. – Ti mando i giornali che mio cognato ha raccolto: appena letti, e toltene le notizie che serviranno al tuo giornale, ti prego mandarli a mio padre: puoi immaginare a priori la consolazione dell'ottimo vecchio. Non ho più veduto la Gazzetta Musicale dal giorno che sono partito; ti sarò grato se la spedirai al mio indirizzo: Via Nuova 26. Ti spedirò la partitura dell'Aida nella relativa cassetta, che mi manderai subito con la partitura della Forza del Destino. Dimenticavo una cosa. Nel mandarti i giornali politici di Trieste ti unisco pure il Corriere che Tr è il giornale dell'opposizione; quello cioè che ha spezzato tante... penne d'oca a favore del Maestro Rota. Non mandarli però a mio padre – meno  l'ultimo numero.

                                                                                          Saluti affettuosi a te
                                                                                            e a tutta la famiglia.
                                                                                                       Tuo F. Faccio

Note



Posseduto Insv
Fotocopia (n. 160/36)

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Franco Faccio a Giulio Ricordi, 06/10/1873

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