Corrispondenza

Giulio Ricordi a Giuseppe Verdi, 12/05/1887

Data

Data
Milano, 12 maggio 1887

Luogo di destinazione

Luogo di destinazione
[Genova]

Tipologia

Lettera

Descrizione fisica

Due bifolii, cinque facciate. Sulla prima facciata di ciascun bifolio, impresa e intestazione a stampa del R. Stabilimento Ricordi.

Ubicazione presso il soggetto conservatore

Ubicazione
I-PAas

Trascrizione


                                                                                 Milano, 12 Maggio 1887.
Illustre Maestro =
 
   Le invio la lettera Pizzocri e Macchi, e l’avverto che ho parlato col Sindaco: questi comincia coll’inviarle i più devoti saluti e m’incarica avvertirla che, felicissimo se potrà all’occasione giovare alla persona raccomandata, intanto fa sapere che non vi sono posti vacanti per portieri, od inservienti: nel caso si avverasse una vacanza, per essere ammessi non bisogna oltrepassare gli anni 30, com’è prescritto dal regolamento – Fra pochi giorni poi si apre il Concorso per alcuni posti di Sorvegliante Municipale: si devono subire esami = il raccomandato può al Municipio informarsi del programma e vedere se è in caso di concorrere — se sì, mi avverta, e presenti intanto al Sindaco il relativo memoriale –
     Esaurito quanto riguarda la predetta lettera, mi pregio ora rispondere all’ultima sua – Ho creduto non poter fare a meno di comunicarle quanto mi scriveva la Casa di Londra: le sono, come sempre, gratissimo della tanto cortese risposta, ma è bene che sappia, Maestro, che in linea d’arte non vi sono interessi editoriali che tengano: ed in fine poi, un di Lei desiderio, un di Lei parere, non solo sono rispettati per un giusto dovere di deferenza, ma altresì, poiché la parola interesse fu scritta: il migliore degli interessi sta in ciò solo: d’avere la di Lei approvazione per quanto fa la nostra Casa – Alle volte sarò insistente, nojoso presso di Lei!.. ma può bene immaginarsi quante continue pressioni io riceva: e sommate tutte assieme, mi pesano tanto, che devo pure talvolta fare capo a Lei –
     Ho scritto a Londra, confermando quanto la Casa sia contraria ad esecuzioni parziali, ed invitando a tentare in ogni modo di rendere nulla la richiesta fatta dalla Corte, con tutte quelle buone ragioni che saranno del caso: mi farò un dovere di informarla del seguito – L’unico timore che ho, conoscendo che razza di ... gente sieno gli inglesi, si è che passino sopra ad ogni convenienza, onde non disgustare la Regina, e magari eseguiscano l’Ave Maria o col pianoforte, o coll’armonium, o cogli archi!... raffazzonata alla bell’e meglio: e ciò non si può impedire, perché per quanto Palazzo Reale, e sempre trattenimento privato – Ma infine, ciò che preme si è di mandare a carte quarantanove anche il Concerto di S.M. la graziosa Regina, ed in questo senso ho scritto, perché si faccia tutto il possibile.
     L’affare di Venezia, illustre Maestro, è molto più grave che a Lei non sembri!!... e non vorrei che si abusasse della sua cavalleresca bontà – Appena Ella mi scrisse la decisione per Brescia, imediatamente telegrafai, lieto anche per ciò che capivo essere questo un ottimo mezzo per conciliare ogni cosa: se la Pantaleoni era realmente ristabilita, non poteva trovare migliore occasione per riprendere la carriera, nello stesso Otello, e davanti ad un pubblico che avendola apprezzata in altre opere, poteva sorpassare sui diffetti, ed ammirarne le qualità – In questo senso, ripeto, ho telegrafato, e non già nell’interesse dei secondi, o dei terzi, ma nell’interesse solo dell’opera, onde essa andasse in scena senza pettegolezzi d’avvocati e di prime donne!... ed in una città, ove più che mai di questi pettegolezzi si gode, e se ne fa grande uso!!... Ebbene ho il dispiacere di dirle che questo atto di cortesia, e s’Ella vuole, chiamiamolo anche di giustizia, ha valso a nulla: ed anzi ho motivo di credere che di questi miei telegrammi (del resto diretti a Faccio) se ne vogliano servire nella Causa all’Impresa – Se ne servano pure: ma certo io sono indignato per tale condotta – Ella, Maestro, mi scrive che è stato un errore!... ebbene, sarò testardo fin che vuole, ma se si ripetesse il caso, commetterei sempre simili errori!!... Ho agito nell’interesse supremo dell’Otello: ritenga pure che s’Ella avesse udito la Pantaleoni nelle ultime rappresentazioni della Scala, mi avrebbe francamente autorizzato a commetterne non uno, ma dieci di errori simili – Ma non è il caso di rivangare il passato: colla scrittura di Brescia, la Pantaleoni aveva un modo decoroso di rivincita, provando che aveva riaquistato salute e voce: tutto ciò che ora essa ha compiuto a Venezia, lo qualifico per indecente! – Ciò non toglie, però, che sempre ossequente a’ suoi desideri, io non abbia fatto ugualmente la proposta per Brescia – Quanto alla Gabbi, non posso a meno di dirle che da ogni parte mi sono confermate le ottime notizie: da milanesi, buon gustai, e che furono pure ammiratori della Pantaleoni: ne faccio anche i nomi: un Silvestri, mio amico e terribile abbonato alla Scala: il Fortis del Pungolo, quantunque amicissimo... del Faccio!... Non sono due giorni che mi diceva precisamente: alla fine ho udito i duetti con Otello, il quartetto, il finale!! – Con tutti i reduci professori d’orchestra coi quali ho parlato, ed ai quali domandai informazioni, non ebbi che ad udire parole d’elogio!... Il Villani, che venne a Roma con un codazzo di abbonati del San Carlo, si decise a scritturare la Gabbi, appunto per l’ottima impressione ricevuta e da lui e da’ suoi conoscenti – Quanto al Tamagno ed al Maurel!!... via, sono artisti numero uno... ma hanno anche le debolezze relative: Otello... sono loro due ed erano troppo bene abituati alla Scala, ove gli applausi se li erano ipotecati, per così dire, per non sentirsi un pochino annojati dagli applausi e dagli elogi diretti anche ad altri – Del resto, come Ella dice benissimo, nulla di meglio del trovare più Desdemone!... e così si riescisse a trovare degli Otelli, e degli Jaghi!! –
     Si era chiesta l’opera a Parma in Settembre, perché in detta epoca si apre una grande esposizione provinciale: per cui Municipio e provincia concorrono per avere uno spettacolo importante: ma a parte ogni altra considerazione, ora non se ne parla più, 8 perché l’apertura del teatro di Parma deve aver luogo il 1° Settembre, mentre la stagione di Brescia termina il 4, o 5 dello stesso mese –
     Come vedrà dalla data della presente... è da due giorni che l’ho cominciata!!... ed ho avuto tante noje, seccature ecc: ecc: che solo stamane mi è possibile condurla a compimento!!... dopo essermi arrabbiato come un cane per questo involontario ritardo a risponderle –
     Può ben credere con quale vera gioja abbiamo letto le ottime notizie della Siga Peppina!! – Avevamo intenzione io e Giuditta di fare una corsa costì, onde rallegrarci con loro, prima che partissero per S. ta Agata: ma questo vivo desiderio non siamo riesciti a compierlo, per tante ragioni, fra le quali la salute del nostro Manolo, non sempre buona, e che richiede sorveglianza – Ma: quod differtur, non auffertur — e desideriamo assai vivamente occasione di rivederli presto – Intanto a Lei ed alla Signora Peppina i nostri saluti i più affettuosi e devoti, ed augurî di buon viaggio e di felice dimora nella deliziosa oasi di S. t Agata. Sempre di Lei gratissimo e devotis°
                                                                                                    Giulio Ricordi

Note

Già in I-BSAv.

Posseduto Insv
Fotocopia (n. 155/55).

Bibliografia
Carteggio Verdi-Ricordi 1886-1888, a cura di G. Carrara Verdi, F. Cella, M. Conati, G. De Van, P. Petrobelli, Parma, Istituto nazionale di studi verdiani, 2010, pp. 212-214.

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Giulio Ricordi a Giuseppe Verdi, 12/05/1887

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